V111T197 V111P284
[Da copia manoscritta, grafia di Onofrio da Celano, Prof. Presciutti, con aggiunte e cancellature di D. Orione]
(Relazione Feste della Guardia)
Per
un profano questa veduta potrebbe essere non altro che
Si
accendono i
flambeaux.
Magnifico spettacolo
poetico
e artistico;
per
un fedele una magnifica
e grandiosa manifestazione attestazione
di fede! d’amore
e attaccamento alla Vergine che dispensa tante grazie sotto il titolo
di Madonna della Guardia”.
Finalmente
mentre
su tutte le cose incombe oscura la notte, come direbbe il poeta
pagano
il
corteo giunge ai piedi della storica Torre
ov’er l’antica Cattedrale.
Dall’alto
della
torre
compare Don Orione e parla a
quel popolo migliaia di fedeli
sono brevi
parole di fede, di carità di benedizione, d’amore alla Madonna, e
segna una gran croce su Tortona e sui pellegrini. È un grido solo:
W.
Maria!
Molti piangono..... Mentre
questa viene impartita,
Sfavillano sull’oscuro
sulla torre tre
razzi
artificiali
sono i
colori del vessillo nazionale;
la religione non va mai disgiunta dal
vero patriottismo,
anzi,
come dice uno dei più valenti scrittori italiani, l’una deve
essere di supplemento all’altro se voglio essere veri tutti e due.
Vengano
accesi i ceri dentro i loro artistici flambeaux,
che in mezzo all’oscurità pervadente, assumono un aspetto del
tutto poetico mentre i musici fanno squillare lietamente i loro
strumenti e la processione riprende il suo andare. Così fino
all’ingresso in città. Tutti i cittadini che non si trovano
incolonnati nel corteo, oppure non fanno seguito dietro la statua,
formano due fitte ali dal principio di Via Palazzo di città fino
alla Piazza del Duomo. Questa poi e le diramazioni più prossime sono
gremite letteralmente
V111P285
La
processione, come una fiumana luminosa, scende i sentieri
serpeggianti del Castello e invade le vie di Tortona e la città . Si
può ben dire che Tortona altrove è deserta tutti sono dov’è la
Madonna della Guardia.
Il campanone della Cattedrale
segna fa
sentire i suoi maestosi rintocchi
all’ingresso
trionfale della Vergine della Guardia in
chiesa
Duomo. La piazza è tutta una testa di popolo. Don
Orione dal pulpito
rivolge parole infuocate di
fede e
di patriottismo;
ai
fedeli, rievocando in bellissima maniera lo storico e perenne amore
di Maria verso gli Italiani, quando li salvò dai mille e mille
pericoli specialmente dall’ultimo causato dalla guerra mondiale. Fu
allora, che in un slancio di amore e di fede i Tortonesi insieme a
tutti gli amori Italiani si rivolsero a Lei, e, facendo voti e
pregandola sotto diversi titoli, scongiurarono l’imminente
pericolo. E Continua dicendo dell’amore degli Italiani per Maria in
ogni tempo, ma specialmente nei secoli passati, quando essi d’amore
per Lei nella loro stessa vita, la cantavano in insuperabili poemi
come nella Divina Commedia di Dante, la scolpirono mirabilmente nelle
statue del Michelangelo, del Duprè e del Canova, la dipingevano
meglio di qualunque altro popolo nelle tele del Beato Angelico e
dell’Urbinate e le innanzavano maestosi templi in ogni parte della
nostra bella penisola, come a Milano col Duomo, a Firenze con S. M.
del Fiore, a Superga con la Basilica omonima e numerose grandiose
altre costruzioni. In ogni tempo, più gli italiani hanno amato la
Madonna, e meglio e più mirabilmente essi la glorificavano nell’arte
perché l’arte è stata sempre uno dei più puri esponenti della
religione. Finita la predica ed impartita la S. Benedizione, non
potendo tutti i fedeli essere presenti dentro il tempio per il loro
stragrande numero, essa fu binata dal Vicario Generale del nostro
amatissimo Vescovo sul limitare della porta maggiore.
V111P286
Don
Orione infaticabile in fatto di azione religiosa, dopo una breve e
patriottica arringa fa recitare a tutto il popolo che gremisce il
tempio e la sua piazza, colla destra alzata il Credo, simbolo
apostolico.
Momento
grandioso! Tutta una città insieme con i numerosi pellegrini giura
apertamente e senza timore o rispetto alcuno, solenne ed imperitura
fede a Cristo e ai dogmi principali della nostra religione! Non è
sembrato a tutti voi che eravate presenti di rivivere in
quell’istante come nei più bei tempi della nostra fede? Non
giuravano forse così gli apostoli ed i martiri?
Il
corteo si ricompone e si incolonna nonostante l’ora più che
avanzata, e direttasi verso San Michele, riprende presto cammino, tra
gli ultimi inni e le ultime lodi della giornata. Ricevuta per
l’ultima volta la S. Benedizione Eucaristica la gente sfolla a mano
a mano accompagnata dai fuochi artificiali. Il campanile e la
facciata del tempio sembrano ancora ardente mentre su tutto torna il
silenzio sovrano.
Celanensis
(Quanto segue è tutto di pugno di Don Orione)
……….. l’amore degli italiani e dei tortonesi verso Maria: l’amore di Maria verso l’Italia e Tortona.
Applausi
Mgr. Vicario Gen.le impartisce la Benedizione Eucaristica in Duomo e
poi sulla piazza alla folla sterminata. La Madonna si avanza e il
popolo la saluta con grida di gioia, alza la destra e giura la sua
fede cattolica religiosa
e italiana: recita il
Credo!
Momento
solenne e commoventissimo! La Madonna della Guardia è veramente
la Madonna di Tortona, e questa è veramente la festa votiva del
nostro popolo!
Vide
mai Tortona, e qual altra nostra città vide spettacolo più
spontaneo e più grandioso? Quali
secoli ebbero
V111P287
Non
sono tornati i più bei tempi di nostra Fede? Tutta Via Emilia e le
Ville e Case del Groppo e di S. Bernardino sono illuminate, pavesate
e imbandierate. La Madonna entra nella
nostra Parrocchia di
a S. Michele dove viene invocata una speciale benedizione sul nostro
Esimio Sigr. Prevosto Don Milanese e sulla Parrocchia.
A
S. Bernardino dopo, lodi e parole di ringraziamento a quelli che
hanno portata la Madonna e a tutti che hanno concorso contribuito
ad organizzare festa sì bella la Benedizione Eucaristica scende
nuovamente su quella marea di gente devota, che
per cinque ore
che anche dopo la mezzanotte ancora non sapeva staccarsi dalla sua
Madonna.
E
i fuochi illuminavano il cielo e il vecchio campanile che vide ai
suoi piedi predicare San Bernardino ardeva di luci che
resteranno punti luminosi nella vita.
Ma
una
luce più luminosa resterà nell’anima del nostro popolo. Egli
visse quel giorno e quella sera tutta la sua fede, tutte le gioje
pure e soavi di Dio.
O
mondo, dove
che sono le tue gioje?
P.
un
orfano del terremoto
Marsicano