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[Da copia stampata]
Al Santuario della Guardia – Tortona
Mercoledì 8 Novembre 1933 - Anno XII
Ore 16
Cerimonia d’addio dei Missionarî
della Divina Provvidenza
Canto del Veni Creator Spiritus.
Lettura del Capo XXVIII del Vangelo di S. Matteo, (v. 16 - 20)
Offerta di sé a Dio dei Missionari per le mani della Madonna, al canto delle Litanie. Benedizione e imposizione della Croce ai Missionari per mano di Mons. Vescovo e consegna del Santo Vangelo.
Discorso di Sua Eccell. Rev.ma - Trina Benedizione Eucaristica.
Abbraccio di Addio e bacio di pace ai Missionari, al canto del Salmo della fraterna Carità: Ecce quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unim.
Quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bona!
Quanto son belli e degni della nostra venerazione i piedi dei Missionari, veri Angeli della terra, i quali vanno a portare lontano la buona novella dell’Evangelo, la luce della civiltà e il nome glorioso d’Italia e della nostra Tortona!
Ecco come l’eminente scrittore Luigi Veuillot descrive un emozionante Addio dei Missionari:
“Io assisteva una sera a una tale cerimonia: me la rammenterò sempre. Quella sera erano sette Missionari che dovevano partire, e gli schiamazzi della strada accrescevano se ciò era possibile, il sentimento di venerazione col quale le labbra baciavano quei piedi benedetti sui quali il fango doveva diventare un ornamento più brillante e più prezioso dell’oro. D’un tratto di mezzo agli astanti si avanza un vecchio, che camminava a stento: uno dei Superiori della Comunità lo sostiene. Una indicibile emozione, alla quale i giovani Missionari non poterono sottrarsi, si diffonde per la chiesa e le voci si affievoliscono. Era una specie d’ansietà che ognuno sentiva, senza che alcuno se sapesse il perché.
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Il vegliardo s’avanza lentamente. Giunto all’altare baciò, successivamente, i piedi ai quattro primi Missionari; il quinto, con movimento istintivo, s’inchinò stendendo le mani per impedirgli d’inginocchiarsi davanti a sé. Non pertanto il vecchio s’inginocchiò o piuttosto si prosternò; impresse le sue labbra sui piedi del giovane che impallidì; vi compresse la sua fronte e i suoi capelli bianchi, e, finalmente, lasciò sfuggire un sospiro, uno solo, ma che si ripercosse in tutti i cuori e ch’io non ricordo mai senza sentirmi commuovere, come vidi in quel momento impallidire suo figlio e piangere lacrime dolcissime. E questo figlio era il secondo che quel buon vecchio dava così a Dio; e non gliene rimaneva altro... - Si aiutò il vecchio a ritirarsi, egli baciò ancora i piedi degli altri due Missionari che venivano dopo il suo caro figliuolo e ritornò al suo posto. Il coro, interrotto per un momento, cantava: Quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evengelizantium bona!”.
Dopo che gli astanti hanno baciati i piedi ai Missionari, questi li rialzano e depongono a loro volta il bacio di pace sulla loro fronte. Durante la cerimonia si intona dal coro un canto, esso pure di circostanza.
È il cantico della partenza e del fraterno indissolubile amore in Cristo e nella Vergine Celeste: Regina Apostolorum!
Come si svolgerà la funzione
Le soavi Litanie della Beata Vergine saranno cantate dai soli Missionari, distesi, umili vittime della carità, sul pavimento della Chiesa.
Tutti gli astanti, in piedi, rispondono in coro l’Ora pro nobis!
Al “Regina Apostolorum” e al “Regina Martirum” tutti s’inginocchiano a queste invocazioni si ripetono tre volte.
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I Missionari si offrono così alle fatiche dell’apostolato evangelico: si consacrano, per le mani della Santa Madonna, ad una vita tutta di sacrificio e, occorrendo, al Martirio per l’amore di Dio e la salvezza dei popoli lontani, ma fratelli in Christo.
E ciò ad imitazione di Gesù, nell’orto degli Ulivi, in quella notte che fu la vigilia del suo divino olocausto per la redenzione del mondo universo.
L’abbraccio dell’Addio è forse il tratto più commovente della pia cerimonia.
Dopo l’abbraccio del Vescovo, tutti i Sacerdoti e poi anche i Signori astanti sfilano alla loro volta dinanzi ai Missionari, baciandoli prima sui piedi, quindi sul volto; - baciano quei piedi benedetti per augurar loro il buon viaggio e una copiosa messe di anime; li baciano sulle guance in segno di fraterno affetto e di eterno commiato.
È un venerando e mistico rito!
Coloro che conservano un alto ideale nell’anima, inchinano senza fatica il capo dinanzi a ciò che, cristianamente e italianamente, è davvero grande: il Missionario!
I vostri Missionari, o Tortonesi, veri paladini di Cristo e cavalieri della Fede e della Patria, Vi stringeranno al cuore con un abbraccio, con un sorriso di beatitudine che non dimenticherete mai più, che vi sarà luce e benedizione in tutti i passi della vita.
Dal Santuario essi partiranno subito per la stazione, diretti a Genova, col treno delle 18,48, e si imbarcheranno il giorno dopo.