V112T082 V112P162
[Da bozze di Stampa, vi sono correzioni di D. Orione]
Domenica I.a di Quaresima
Vangelo - (Matteo cap. IV) - 6 Marzo
Le Tentazioni di Gesù
Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto (I) per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, finalmente ebbe fame. E accostatosi il tentatore (2) gli disse:
- Se tu sei figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane (3)
Ma egli, rispondendo disse:
Sta scritto: Non di solo pane vive l’uomo, ma d’ogni parola che esce dalla bocca di Dio.(4)
Allora il diavolo lo trasporta nella città santa (5), lo pone sul pinnacolo del tempio e gli dice:
Se tu sei figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto che:
Ai suoi Angeli comanderà per te; ed essi ti porteranno su le mani, affinché non inciampi il tuo piede in qualche pietra.
Gesù gli disse:
Sta scritto: Non tenterai il Signore Dio tuo.
Di nuovo il diavolo lo mena sopra un monte molto elevato: e gli mostra tutti i regni del mondo e la loro magnificenza e gli dice:
Tutto questo ti darò se, prostrandoti, m’adorerai.
E Gesù gli dice:
- Và via satana: ché sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo e servi a Lui solo.
Allora il diavolo lo lascia: ed ecco gli s’accostarono gli Angeli e lo servivano.
V112P163
(I) Il “deserto” era fra Gerusalemme e il Giordano; si chiamava così la parte più o meno sterile del territorio di Giuda, lungo le rive del Mar Morto. Non si trattava di un vero e proprio deserto, ma di vaste estensioni abbandonate ed incolte.
(2) Nelle varie tentazioni di Gesù ci fu solo suggestione diabolica e non consenso alcuno da parte sua, rimanendo egli nel corso della tentazione assolutamente padrone di se stesso. Gesù volle essere tentato per insegnarci come dobbiamo vincere il tentatore. “Fu condotto dalla Spirito Santo nel deserto”, affinché fosse il suo Spirito a condurlo là dove lo spirito maligno lo avrebbe trovato per tentarlo... Né fu sconveniente che il nostro Redentore, disceso a morire, volesse essere tentato, perché era giusto che Egli, con le sue tentazioni, vincesse le nostre, allo stesso modo che era venuto a trionfar della morta nostra con la sua. (S. Gregorio Magno Om. XVI sull’Evangelo).
(3) Gli Ebrei avrebbero voluto che Gesù, come Messia, avesse fatto dei miracoli ad ogni piè sospinto. Egli invece da questa prima tentazione nel deserto, rifiutò di cercare, senza gravi motivi, con mezzi soprannaturali ciò che si poteva avere coi mezzi ordinari e così volle mostrarci come dobbiamo vincere la vanagloria e la mollezza.
(4) Nella Sacra Scrittura (Deuteronomio VIII, 3) si dice che nel deserto, dove non si poteva avere pane, gli Ebrei vissero di manna, affinché sperimentassero che nemmeno il pane è strettamente necessario all’uomo, e basta alla vita qualunque altra cosa che Dio voglia ordinare. Con queste parole scritturali Gesù ci diede un sublime insegnamento, e respinse la tentazione di ricorrere senza necessità a mezzi straordinari, cioè al miracolo; e insegnò a noi che neppure per fame o per altre miserie dobbiamo mai trasgredire la volontà di Dio, il quale saprà ognora sostentarci quando confidiamo in lui.
(5) La santa città è Gerusalemme. Si chiamava così a cagione del Tempio che sorgeva in lei.