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[Da foglio dattiloscritto con correzioni di Don Orione]
Tortona, 27 luglio 1938 - XVI -
Qual’è lo spirito della Piccola Opera della Divina Provvidenza quanto alle vacanze in famiglia dei suoi Religiosi e Aspiranti
Il
vero e buon Religioso è sempre contrario ad ogni relazione con quel
mondo che ha abbandonato. Egli trema ogni qualvolta deve lasciare,
sia pur per poco
breve tempo le
Case della Sua
sua Congregazione,
poiché pensa
ai pericoli del secolo ad ai tanti che perdettero la vocazione per
essersi recati, anche per pochi giorni, presso parenti o amici.
Don Bosco chiamava “vendemmia del diavolo” il tempo delle vacanze, passato dai Religiosi presso le loro famiglie.
Non bisogna recarsi dai parenti, se non per gravissimi motivi, e vi si deve rimanere il meno possibile.
La famiglia del Religioso è la sua Congregazione, e sua casa ogni Casa della Congregazione, non altre, per quanto care.
Da
sessant’anni, quando cioè le famiglie erano ancora,
in
generale,
tanto
serie, oneste e cristiane, Don Bosco giù scriveva ai Direttori delle
Sue
sue
Case: “Satagant
Superiores ut omnino claudatur
omnium
malorum officina,
qualis
est feriarum tempus apud parentes aut amicos transigere”.
E indi aggiungeva: “Fili mei in Christo carissimi, maneamus in vocatione, qua vocabit nos Dominus, et satagamus, ut per bona opera vocationem et electionem nostram certiorem faciamus. Nam, quod Deus avertat, si nos posuerimus manum ad aratrum et respexerimus retro, apti non erimus regno Dei”.
Che la Santa Madonna vegli maternamente su di noi!
La grazia e la pace del Signor Nostro Gesù Cristo siano sempre con noi! Amen
Don Orione