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[Da copia dattiloscritta]




 Tortona, 13 Giugno 1918

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Rev.mo Monsignore, (Villa Vicario Gen.le Alessandria)

Ho poi parlato col Rev.mo Signor Canonico Stornini, che si riserbò di rispondermi. Forse una parola di Lei potrà influire nella sua decisione, perché egli mi richiese che cosa ne pensasse Lei, che è il Parroco.

Se la cosa è fattibile, gradirei una risposta con qualche sollecitudine, poiché spero non mi sarebbe difficile, indurre i miei Sacerdoti a fare qualche sacrificio per allargare quell’Oratorio e dargli vita  stabile e nuovo impulso, unendovi, come propose il Can. Stornini, un Istituto di Artigianelli, di cui Alessandria manca.

Col tempo, e relativamente presto, miro a piantare in Alessandria una Tipografia Cattolica, e assicuro che questa di Tortona ha già tanto lavoro che potrebbe dare vita a quella di Alessandria.

Ma ho bisogno che il Don Stronini si decida in Domino pel sì o pel no. Oggi ad un po’ di danaro della Congregazione potrei dare per destinazione l’acquisto di qualche stabile che fosse in vendita presso l’Oratorio di Don Stornini, mentre aspettando, non so se domani potrei ancora farlo.

La prego quindi Rev.mo Monsignore di parlare col detto Canonico e di sentirlo, e poi nella loro bontà vogliano riferimene.

Il progetto del Rev.mo Can.co Bagliardi di assumere l’Oratorio festivo di Piazza d’Armi vecchia, come pure l’idea espostami dallo stesso Don Stornini di unirvi un Istituto di Artigianelli per formare buoni operai e padri di famiglia cristiani, mi arriderebbe assai, e penso che la Città vedrebbe certo bene un’opera simile che crescesse ad un’arte e a pane onorato la gioventù, mantenendola nel santo Timor di Dio.


















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Anche le Autorità vedono sempre di buon occhio dove si educa la gioventù al lavoro, perché il lavoro specialmente quando è illuminato dalla Fede, non è solo pane, ma è anche moralità e ordine sociale.

Gli altri istituti di educazione maschile poi non avrebbero che ad esserne lieti, perché ci completeremmo a vicenda, noi con gli artigianelli non toglieremmo loro l’elemento studenti.

La città di Alessandria ha poi tale popolazione da poter quasi alimentare di per se i nostri laboratori. Amerei che dette scuole di arti e mestieri, col tempo, prendessero forma di vero Patronato per la gioventù operaia maschile, ammettendo ai laboratorî anche gli esterni che siano di famiglie conosciute e iscritti all’Oratorio così sarebbe salva molta gioventù che ora va a perdere i buoni costumi e la fede presso padroni che fanno mali discorsi o che sono socialisti.

E per venire subito al pratico Le dico in confidenza che sarei pronto a dare subito quasi altre venti mila lire. Dico altre venti mila perché Lei sa dove ne ho già depositate venti, allo scopo, se mi sarà possibile, di acquistare una casa presso San Rocco.

Di tutto questo ne parli pure, se crede, anche col Rev.mo Can. Bagliardi che ho trovato tanto favorevole, come pure col Can.co Stornini, ma in via riservata.

Quando saremo in Alessadria spero trovare degli aiuti; ma essi verranno se vedranno che si fa.

Io trovai sempre molta benevolenza e conforto presso il Clero Alessandrino, e con queste mie disposizioni intendo anche dimostrare a codesta Città e Diocesi tutta la mia gratitudine.

Che la SS. Vergine della Salve benedica le nostre buone intenzioni e ogni nostro lavoro a gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

Col più rispettoso ossequio mi creda