V114T028 V114P047


[Da copia dattiloscritta - Lettera a Don Cremaschi]



9 Maggio 1914



……....Vi direi di fare quanto è in voi, perché la meditazione, per carità, non si faccia in quel modo. Piuttosto anticipate la cena di un’ora e andate a dormire alle otto, ma si faccia la meditazione e non si dorma continuamente e da tutti a quel modo. Io ne sono rimasto molto male, ve lo dico nel Signore. E penso che male sarebbe anche per l’avvenire, se cotesti figliuoli crescessero così. Tutti facciano ogni sforzo per stare desti, ciò che non mi pare: essi finiscono col non fare di fatto la meditazione: è uno scandalo anche a vederli. Bisogna, dunque, che ci pensino. Vi scrivo anche alcune parole che leggerete loro. Si potrebbe anche aumentare e duplicare il riposo del pomeriggio, se non credete conveniente andare a letto prima; oppure andare a letto mezz’ora prima, alle otto e mezza e aumentare di mezz’ora il riposo del dopopranzo.

Pregate un poco e poi vedete di fare nel Signore, con santa libertà, come meglio la Madonna v’ispira. Perché la Santa Meditazione, che è tanta e sì principale porzione della nostra vita spirituale e di Congregazione, non si faccia più dormendo, ma ben desti.

Così vi pregherei che metteste uno sicuro che visitasse i letti e imponesse maggior ordine e pulizia nelle camere e dove si dorme e dappertutto. L’ordine e la nettenza esterna serve assai per lo spirito. Vedete che non ci siano cimici, e tenete pulizia da non esserci neanche pulci. Anche voi tenete pulite le mani: fate che tutti abbiano la testa bene pelata; ma fatemela, questa carità, della maggior pulizia e ordine, cominciando dal tavolino ove ho dormito io, che ho sempre trovato in disordine e ingombro di molte cose, così mi disse D. Sterpi. Da codesta Casa e dal modo come li educate, pensate, ne dipende molto l’avvenire della Congregazione. Io sono, del resto, molto soddisfatto di voi e vi chiedo scusa di queste osservazioni.

Così tutti devono essere puntuali in cappella, e dappertutto pronti all’orario; così si serve Dio e si compiono i doveri di veri religiosi, con esattezza per amore del Signore e nell’ordine della Sua S. Chiesa.

Codesta Casa non è un Collegio, né va regolata come si usa con dei semplici collegiali. Codesta è, e deve essere, una Casa di perfezione e di formazione alla preparazione della vita religiosa. Pure eseguendo ordine, puntualità, lavoro, spirito di pietà, preghiera, umiltà, usate carità, fortezza e dolcezza: non debolezza; carità ma esattezza in tutto. Usate pure con i novizi tutte le industrie possibili della carità per formarli, perché carità potens est; perché N. S. vuole che ci formiamo dei buoni compagni e confratelli con le nostre fatiche e con le caritatevoli nostre cure.

Ma se qualcuno ha mala volontà o cattivo fondo, come pure se avesse alito di peccato mortale, senza sforzo di emendazione, in questi casi basta un semplice motivo per allontanarli. Dubitando poi di ciò, cioè: se, prima sia mala volontà, secondo, se sia cattivo fondo; terzo, se si alito di peccato mortale però senza sforzo di emendazione, conviene dare al novizio...