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[“San Giorgio” marzo 1943, pag. 3 - dall’articolo di Riccardo Borasi intitolato “Una lettera di Don Orione”. Forse l’abbiamo già: ma la copiamo ad securitatem]
Vi hanno giorni di ineffabile amarezza nella vita di un sacerdote; ma vi hanno pure giorni di supreme consolazioni. E uno di siffatti giorni lieti, sereni, felici, Dio nella sua infinita bontà ha voluto concedere anche a Lei, caro e venerato Prevosto di San Nicolò... Oh! quale dolce e commovente giornata è mai questa, caro signor Prevosto don Carlo Cei! Quale dimostrazione di amore e di fede e quale esultanza di cuori!...
È la festa del paese, la festa dei figli, la festa di quanti sanno apprezzare la santa missione del Sacerdozio; è un’armonia; un inno che sale e si spande pel cielo e rallegra il cuore stesso di Dio... (il parroco festeggiato) rappresentando dinnanzi a Dio il suo popolo, leverà alta l’Ostia Santa di pace e d’amore e pregherà per tutti....
Di pagine d’oro Ella, me lo permetta la sua modestia, ne ha scritte parecchie e non poche. Oh! non è forse il sacerdote che in tempo d’epidemie ha generosamente esposto la vita - per settimane e per mesi - nell’assistere e confortare i colerosi? Non è a Lei che in quel tempo - lontano fortunatamente - che fu tanto diffidente a riconoscere le benemerenze del Clero italiano e nel valorizzare la Religione, le autorità pur dello Stato sentirono di non essere avare, in attestazioni e riconoscimenti de’ nobili atti che, con spirito di sacerdote e di italiano, Ella seppe compiere in ore d’angoscia pel paese a pro degli umili e dei sofferenti....
Le opere buone risplendono agli occhi di Colui che tutto vede e siano pur quelle che, più d’ogni altra, Ella ha saputo e sa scrivere nei giorni silenti e nell’esercizio delle più umili funzioni del ministero sacerdotale.
Che se oggi come jeri, come certamente sarà domani, Ella si sente e si sentirà ognor più confortata dal tributo di tanti omaggi è perché, è anche e sopratutto perché, Sacerdote superiore ad ogni partito, estraneo sempre a tutto ciò che con la Religione non ha attinenze di sorta, Ella volle essere e fu di fatto il Sacerdote e il Padre del suo popolo, senza distinzione, senza differenza mai per alcuno ed ebbe sempre per tutti parole ed opere di fede, di pace e d’amore in Cristo. Ella volle essere e fu sacerdote e parroco - non altro - tanto saviamente parve a Lei che l’essere sacerdote e parroco fosse sì gran cosa.
Fedele alla divina missione d’esser guida e pastore d’anime insegnando la Fede, il Pater Noster, i Comandamenti di Dio e della Chiesa, Ella ha saputo confortare ed elevare a Dio i cuori: insegnando l’amore a Dio e ad ogni Autorità ha insegnato il rispetto a tutti i diritti e la fedeltà a tutti i doveri.
..I due sublimi e sacri amore della Religione e della Patria armonizzando ognora in Lei si fusero col carattere già tanto temperato a prudenza e molto valsero a conferire rispetto, autorità ed amore a Lei, sacerdote e parroco.
Onore e gloria a Dio. Ma anche onore e gloria al Sacerdozio. E a Lei, personalmente a Lei, onore, plauso e voti di ogni benedizione. Signor Prevosto, per lunghi anni! Ad multos annos, ad multos annos, ad multos annos!