V114T190 V114P263


[Da foglio a stampa con correzioni di Don Orione]



Che se Gesù, che sempre si era sottratto agli onori, fece questo solenne ingresso in Gerusalemme, ciò fu per ravvivare la fede nei suoi, e a chiamare con un ultimo invito i suoi nemici.

Del resto, anche in questo trionfo del Signore, tutto parla di carità, di umiltà e di mansuetudine,: le virtù che sono l’anima della nostra religione, e che distinguono sempre i veri trionfi dello spirito da quelli bugiardi del senso, dell’orgoglio e dell’egoismo.

Il trionfo di Gesù era destinato dalla Provvidenza ad essere il tipo di tutti i trionfi della Chiesa, abbelliti dall’umiltà, dalla pietà, dal perdono, dalla misericordia di Dio verso le anime e verso le nazioni, e coronati dalla gioia, dalla semplicità e dall’amore di coloro che credono in Cristo, che lo vogliono amare e servire, umili e fedeli, nel suo Vicario, nei suoi Vescovi, nella sua Chiesa, nelle anime de’ loro fratelli.

Nessun trionfo uguagliò mai nella semplicità e nell’affetto il trionfo di Cristo. Il popolo amava il Signore. Erano più di tre anni che Gesù lo beneficava coi suoi prodigi, lo illuminava colla sua dottrina.

Molti di quelli che erano in quei giorni a Gerusalemme erano stati testimoni de’ suoi miracoli: molti, forse, erano stati guariti da Lui, tutti avevano almeno udito parlare delle sue meraviglie: tutti erano desiderosi di vederlo, di avvicinarlo, di udirlo. Tutti, eccettuati i falsi sacerdoti, i farisei, i dottori della legge, quelli insomma che avevano le chiavi della scienza e che spiegavano ogni giorno le profezie: ma che tenevano il libro di Dio ben chiuso, e il loro cuore ancor più chiuso: volendo restare ciechi, pur in mezzo alla luce divina che risplendeva dalla vita, dalla dottrina, dai miracoli di Gesù Cristo.























 V114P264



Il popolo, invece, semplice, sincero, grato, ubbidisce all’impulso del cuore, e, guidato dal buon senso e dal lume della ragione, crede che Gesù è il suo Messia, lo acclama, lo porta in trionfo: il popolo sente che Gesù è l’Agnello di Dio che viene a cancellare i peccati del mondo, e anticipa le grandi gioie della festa di Pasqua.

Spicca rami di palme, getta frondi e fiori sui suoi passi, distende sul suo cammino anche le vestimenta, e va osannando al Figliuolo di Davide, al Benedetto che viene nel Nome del Signore.

E’ un trionfo di cuori, semplice, generale, pieno di affetto e di adorazione. E’ un trionfo nuovo, abbellito, santificato dall’amore infinito e dal pianto di dolore di Gesù.

Oh quando il popolo non è traviato dai tristi, quanto, quanto è buono e generoso. Così, domani, come ieri, caduti i pregiudizi che la lo strappano alla Chiesa:, uscito da tempi caliginosi e da giorni eterni, ritroverà il popolo il suo Dio, il suo Redentore, il suo Padre!

Non siate pessimisti: i trionfi di Cristo si ripetono: Cristo ritorna!

Si ripetono i suoi trionfi perché Egli solo ha le parole di vita eterna: perché Gesù solo sa alimentare il sacrificio e la carità. Dove non fu Cristo scorre frequente il sangue della crudeltà; dove è Gesù non si sacrifica, ma si santifica! Cristo ritorna, perché l’avvenire appartiene a Cristo: in Lui riconosceranno le genti l’ispiratore del progresso, il rivendicatore divino del diritto, della giustizia, della vera civiltà, il Salvatore del mondo! Cristo ritorna!

E tornerà nella pienezza della libertà alla sua Chiesa, tornerà in trionfo, portato a braccia di popolo, su un trono di cuori!

A quella guisa che nel cielo purificato dalla bufera risplende più bello il sole, così sul mondo spazzato dall’egoismo, dalle ingiustizie; dalle iniquità, risplenderà divino e vivificante il Cuore di Gesù Cristo. Cadranno allora le colonne di Ercole della umanità, e Cristo sarà riconosciuto e adorato dall’universo. E sarà adempita la parola del Vangelo che dice: “Vi sarà un solo ovile, sotto la guida di un solo Pastore!”

Il Cuore di Gesù sta preparando il giorno della sua misericordia.

Quando il popolo sembrerà strappato per sempre da Dio, allora si risveglierà come un forte, e comprenderà che solo il Cuore di Cristo è la sua vita, è la sua fedeltà, e a voce grande e angosciosa si rivolgerà a Lui, e invocherà il Signore, Dio delle misericordie!

Basterà allora alzare un Crocifisso, che il popolo gli cadrà ai piedi in ginocchio, per risorgere anelante a vita più alta.













 V114P265



Che se anche gli altari andranno rovesciati, e le pietre vive del Santuario disperse e peggio, purchè su le ruine resti un troncone di Colui che noi adoriamo, - basterà, o fratelli, basterà quello Quello: il popolo tornerà a credere, ad adorare, a vivere,: e la società avrà un nuovo e non più visto risorgimento cristiano e civile.

Coll’odio non si vive! Fratelli, sentiamoci scuotiamoci con un sincero ritorno a Dio in questa Pasqua, e affrettiamo così la vittoria, che sarà vittoria e trionfo non sol di Dio, ma anche della Patria amata: della sua libertà, del diritto dei suoi popoli, del suo onore, della sua fede, delle sue virtù, del cristianesimo. Venga Gesù, re mansueto, e facciamo che regni Iddio nella vita, e, prima di tutto, regni colla sua grazia nella nostra vita individuale: siamo più praticanti della fede, più onesti, più giusti. Cessi lo scandalo di sedicenti cristiani, peggiori nella vita di quelli che non credono. Prepariamo quel regno di Dio che invochiamo ogni giorno coll’“adveniat Regnun tuum”.

Coll’odio non si vive: senza Dio si muore! L’ora della visitazione di Cristo si avvicina: tutto ce lo dice.

Confidate, o fratelli, rinascerà l’antica fede!

L’ultimo a vincere è sempre Dio, e Dio vincerà da Salvatore e da Padre, in un’ora grande di misericordia.

Cristo ritorna!