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[Minuta]
Instaurare Omnia in Christo!
Convitto S. Romolo
San Remo
Direzione
Anime e Anime!
+ 7 Agosto del 922
festa di S. Gaetano da Thiene
Caro Piccinini,
questa mia non partirà che domani, poiché la scrivo che è sera. È tutto il giorno che ti penso, dalla Messa ad ora, e che ti voglio mandare una parola, ma non ebbi un momento da poterlo fare. Dunque è San Gaetano oggi, il tuo Santo, anzi il nostro Santo della Divina Provvidenza, sul cui Corpo benedetto, che è malamente custodito nella chiesa - splendida chiesa - di S. Paolo in Napoli, io ebbi la consolazione di celebrare più volte.
Ora io non voglio lasciare tramontare questo giorno senza dirti che oggi nella Messa ho pregato per te, come per fra Gaetano e per Don Gaetano, il buon vecchio prete che sta con noi all’Orfanatrofio di Venezia. A questi o già scritto, a te scrivo adesso, e a fra Gaetano scriverò in questi giorni un po’ a lungo, avendo a premunirlo su più cose, nel Signore. A te dunque dico che stamattina ti ho messo sotto il patrocinio della Vergine Santa come la madre di S. Gaetano mise il suo figliuolo appena nato, là in Vicenza.
Il fanciullo crebbe umile, dolce, puro, corrispondendo fedelmente alla grazia di Dio, e fin dai suoi primi anni era soprannominato il Santo. E l’abitudine di mortificare le sue passioni e il suo amor proprio, in ispecie, gli fece acquistare una dolcezza d’indole sì inalterabile che sembrava essergli divenuta natura. Egli amò molto l’orazione, e purificò da ogni attacco terreno le sue affezioni, e l’anima sua accese di tanta carità verso i poveri e gli infelici, e di tanta fede nella Provvidenza del Signore che raggiunse quel perfetto distacco che è tanto raccomandato dal Vangelo. E fu allora che, mosso dall’Amore divino, si diede ad istituire un Ordine che si proponesse a modello di vita la vita di Gesù Cristo e degli Apostoli, in un totale abbandono di sé‚ e de’ suoi alla Divina Provvidenza.
La sua santità, il suo zelo nel procurare la gloria di Dio, la sua applicazione nell’inspirare agli ecclesiastici lo spirito di fervore e il disprezzo del mondo, procurarono a Lui e ai Teatini, suoi figli spirituali, una riputazione universale, che crebbe a dismisura per la carità onde il Santo apparve animato durante una pestilenza che afflisse Venezia e la carestia che ne seguì. S. Gerolamo Emiliani fu suo discepolo e ammiratore, se pur non fu eccitato da Lui ad istituire la sua Congregazione per l’educazione cristiana degli orfani.
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Gli esempi di santità e le predicazioni di San Gaetano trassero gran numero di anime dalle vie del male a vita timorata di Dio, che Egli è chiamato nelle Lezioni del Breviario: “venator animarum”. Questo Santo operò una (vera) rivoluzione generale nei costumi del clero e del popolo di Napoli, ove infine lo colse una beatissima morte.
Consigliandolo
i medici a lasciare l’uso che aveva di dormir sopra assi, Egli
rispose: Il mio Salvatore morì sopra la croce, lasciatemi almeno
morire sopra la cenere." E volle esser posto sopra un cilicio,
disteso per terra e coperto di cenere. E così ricevette gli ultimi
Sacramenti, e moriva il 7 di Agosto del 1547. Operò molti miracoli,
e fu beatificato nel 1629, e canonizzato nel 1671. È specialmente
onorato nel Veneto e a Napoli, dove morì: ed è (uno) dei principali
protettori della città; ho visto le sue statue, insieme con quelle
di S. Gennaro, sopra tutte le porte della città stessa. San
Gaetano riposa in una cappella sotterranea, tutta coperta di marmo,
con molte
bassorilievi e iscrizioni, che ricordano la guarigione del Duca
Caffarelli, nobile romano, il quale, nel 1669, ricuperò
miracolosamente la sanità in quel Santuario. Io vi celebrai più
volte. Al di sopra di questa Cappella ve ne ha un’altra, nella
chiesa di S. Paolo, la quale è una
delle più ricche d’Italia. Sul capo del Santo, dipinto su tela o
su legno, vi sono tre corone d’argento.
Anche a questo altare ho potuto celebrare più volte con spirituali consolazioni. Nella stessa chiesa vi è pure il Corpo e l’altare di S. Andrea Avellino, teatino anche Lui; ed ho celebrato al suo altare e ne visitai la povera cella.
Ora
io prego Iddio Signor Nostro, caro Piccinini, che a me e a te accenda
nell’anima quella fiamma di amore divino che fece di San Gaetano un
serafino all’altare, e un apostolo di carità, quanto a distacco da
tutti i beni e affetti del mondo, e che ci dia il pieno abbandono
alla Provvidenza del Signore. Egli mise l’umiltà a base della sua
vita, e fu umilissimo sempre, anche da studente all’Univeristà di
Padova dove aveva fatto molto profitto nelle scienze, e grandi onori
si era acquistato nello studio delle leggi civili e canoniche
ricevendone la laurea dottorale, come pure in teologia. E anche
che quando Papa Giulio II, Della Rovere, il Papa che primo gridò
“fuori i barbari!”, lo ebbe fatto suo protonotario Apostolico,
non perdette nulla di quella di quella sua granitica
virtù,
e sottoscriveva le sue lettere così: miserabile
prete,
od
indegno
prete,
- tanto grande e sentita era la umiltà sua. E la preziosa conoscenza
del suo nulla lo condusse al pieno sacrificio di sé per l’amore di
Dio e delle anime, e a questo modo, o caro mio, il nostro Santo s’è
fatto Santo.
E San Gaetano, vedi, perché umile, fu assai confidente nella
Provvidenza di Dio, e per questo fu un ardito
della carità,
perché il suo coraggio aveva buona base, la
base della umiltà.
Ah! vale più un grado di umiltà che cento di fervore; l’umiltà è
la più preziosa di tutte le virtù, perché fondamento e base
di tutte.
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Ma tu, figliuol mio, bada bene, e sta in guardia, poiché vi ha un abbassamento cattivo, che nasce dalla poca fede in Dio, e produce un triste scoraggiamento: guardatene!
Vi ha, invece, un abbassamento buono, che sa gloriarsi nel Signore, cioè considera la propria infermità come un trofeo della gloria di Gesù Cristo Crocifisso: questa sì è umiltà vera e sincera: seguila! Questa umiltà è sapienza veramente sublime, che ti formerà allo spirito di Gesù Cristo, - e dal seno di questa umiltà sorge la confidenza in Dio, Padre nostro celeste, e da tale filiale confidenza ne viene un vigore infinito, onde le cose più spregevoli della terra diventano le più possenti, - e gli umili vengono esaltati sopra degli orgogliosi, e ad essi - e solo ad essi, come venne promesso, e così sarà dato il Regno de’ Cieli. E allora si capisce perché stia scritto che l’humilis rusticus si leverà sul superbus philosophus: che cioè vale più un umile villanello, che serve a Dio in humilitate, - di un superbo filosofo che specula il corso delle stelle. Il che, intendi bene, non è detto a condanna della scienza, cosa divina, ma della vanità e della superbia umana che così spesso saltano addosso a coloro che sentenziano e s’impancano a nome di lei. “Onde chi conosce bene se stesso, diventa vile agli occhi propri”, dice il pio Autore dell’Imitazione di Cristo, “né si compiace delle umane lodi”. E più innanzi aggiunge altro: “conoscersi bene e tenersi a vile” (Libro I°, Cap. II) Figlio mio, è una gran luce che oggi ci viene da San Gaetano, dalla umiltà sua: Egli cominciò col conoscersi bene. Anche l’antico savio diceva Conosci te stesso! Chi conosce se stesso, “sibi ipsi vilescit!” E avverti, caro Piccinini mio, l’efficacia del testo latino della Imitazione di Cristo, - esso dice: “Haec est altissima et verissima lectio”; quale? “Conoscersi bene!” Tutta l’umana pedagogia dovrebb’essere il ripetersi paziente e costante di questa lezione: “haec est altissima et verissima lectio”! “Reputare sé un nulla, e degli altri aver sempre buona e alta stima, è grande sapienza e perfezione”. Chi pensa alla grandezza de’ suoi peccati e alla pochezza delle sue virtù; e come sia lontano dalla perfezione dei Santi, - come non reputerà se stesso un nulla? Solo così ci salveremo: con la umiltà del sentire e della vita, secondo lo spirito e la dottrina di Gesù Crocifisso.
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È gran cosa l’essere anche il minimo in cielo, dove tutti sono grandi! Diventiamo dunque come fanciulli, e facciamoci piccinini come i fanciulli, e saremo i maggiori nel regno dei cieli. Dall’umiltà la grandezza! E guai a coloro che sdegneranno di piegarsi al pari de’ fanciulli, spontaneamente; perché la porta dal cielo è bassa, e a test’alta non s’entra.
Gaudete, humiles, et exultate, pauperes! È la promessa di Gesù: è la gloria di S. Gaetano e di quanti hanno seguito da vicino Gesù. E noi, o Piccinini, che faremo? - Gettiamo la nostra fiducia e tutta la vita nostra fra le braccia di Gesù Crocifisso, e seguiamo umilmente il Signore! Ci ajuti la SS. Vergine, a Cui ti ho consacrato, e il Santo nostro della Div. Provvidenza! Ti benedico con affetto di padre in X.sto, e questo è l’augurio che faccio per te che cioè, col divino aiuto, tu sia il S. Gaetano della minima nostra Congregazione. Ti benedico
D. Orione d. D. P.