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Buenos Aires, 8 Maggio 1935
Calle Victoria, 2086 (? )
Ai cari miei Sacerdoti Don Pagella e Don Piccinini,
la grazia del Signore e la Sua pace siano sempre con noi!
So che avreste proposto che a Montebello si introducano -, come materie obbligatorie, il disegno e la musica. - Della cosa già si era detto qualche parola avanti che partissi, ma senza venire ad una decisione. - Quelli che da Don Sterpi fossero destinati per Novi, (pel prossimo anno scolastico) studino pure, in questo frattempo, disegno e musica. Quanto agli altri, per ora, non sarei del parere. Desidero che mi esponiate le ragioni che vi portano alla vostra proposta, per regolarmi nell’avvenire, dato che siano tali motivi da doversi prendere in considerazione. Come avrete compreso, rifuggo dal dare alla Congregazione un orientamento letterario, peggio poi prevalentemente letterario. Nessuno più di me, - e da più di 40 anni,- ha voluto fare dei professori: - voi non eravate ancor nati e già ne tenevo a Torino circa 20 a fare il liceo e, qualcuno, l’Università; - poi ne portai un gruppo a Genova; e fu ciò che fece stupire anche P. Semeria, - che pure non era, specie a quei tempi, di idee anguste, anzi ... e particolarmente per gli studi di lettere e filosofia alle Scuole dello Stato. Sento che la Congregazione deve essere una forza di santità e di virtù religiose: una forza di apostolato di fede e di carità, e di carità anche intellettuale, dottrinale, - ma capite che questo è altro, è ben altro che orientare i nostri Chierici, cioè le speranze e l’avvenire della Congregazione, in senso letterario. Quindi andiamo adagio ad incanalare i Chierici, e i migliori Chierici, e Chierici non ancora bene religiosamente formati, e per età ancora vacillanti, né ancora irrobustiti di sana dottrina per un cammino che presenta troppi pericoli, e per studi che, più ci rifletto, e più temo che ci portino fuori dalla nostra strada e che devîno dal fine proprio e precipuo della Congregazione. La Congregazione è di umili ed è per gli umili: per i piccoli e per il popolo: vuole evangelizzare i poveri, e non pensa ad aprire Collegi, né a preparare personale per aprire Collegi, né a gareggiare con i Gesuiti, con gli Scolopi, coi Barnabiti, coi Salesiani, ultima edizione non italiana, né coi Maristi, né coi Fratelli delle Scuole Cristiane, né con altre rispettabili Comunità del genere: altra Missione e altro vastissimo campo ci ha aperto davanti la Divina Provvidenza, la mano della Div. Provvidenza, gli strumenti intelligenti della Divina Provvidenza per quelli, per tutti quelli che, non essendo già provvisti da
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provvidenza umana, hanno bisogno, e più bisogno, della Provvidenza Divina. Anelo a dare ai nostri Chierici una grande preparazione spirituale, una formazione veramente religiosa: una preparazione evangelica e dottrinale e anche una preparazione scientifica seria, che affatto non escluda la cultura letteraria e lo studio delle lingue antiche e moderne; ma devo volere e voglio che tutto sia ben ponderato, e che non si espongano dei semi-fanciulli ad inaridirsi e ad invanire nella fatuità di certa letteratura, che non fa che esaltare la fantasia, che, se va alla mente, non fa bene al cuore, forma dei leggeroni e non la personalità che deve avere il Servo di Dio e del prossimo, il Religioso vero che prega, che è umile, che ama il sacrificio, la povertà, e tocca le anime e le porta a sentire Cristo e a seguire Cristo.
Su cento Sacerdoti letterati, o che si fanno posa di essere tali, almeno 80 sono sacerdoti incompleti, quando non sono scadenti; l’aria letteraria, in Italia, per molto tempo, è stata pei Sacerdoti, aria malarica, e il periodo non è del tutto tramontato. Noi abbiamo bisogno di soggetti non malarici in Congregazione. Voi vi siete salvati, ma voi dovete essere i primi a riconoscere certi pericoli. Vi saluto, Vi conforto, Vi animo a preparare alla Chiesa, alla Congregazione, alla Italia nostra dei figli degni, figli educati alla vita e alla sapienza cristiana: molta umiltà, molta pietà: tutta la sana dottrina: tutto il Vangelo: tutta la carità di Gesù Cristo: tutta la scienza di Gesù Cristo: educate alla verità nella carità e a tutto che vivifica, che ci fa buoni, che edifica in Cristo, perché, fuori di Lui, non si edifica! Vi abbraccio e benedico tanto, ma tanto, cari figli miei - e siate da Dio sempre confortati e benedetti. Vostro in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione D. D. P.
Fatemi il piacere di far leggere questa lettera a Don Sterpi, perché da essa si regoli.