V115T136 V115P142


[Al Veneratissimo Sac. D. Carlo Perosi

Città.]


+        Anime!Anime!

Tortona, li 4 Aprile [18]97

Veneratissimo D. Carlo,


Ella mi ha detto di gettar giù qualche idea sull’opera di che Le ho fatto cenno. Eccole dunque: - mi pare che il Nostro Signore Gesù Cristo vada chiamandomi ad uno stato di grande carità per cui in certi momenti il Signore mi preme il cuore e allora bisogna che pianga e rida di carità grande e corra, ed è una cosa che non si può ben dire, caro D. Perosi, ma è fuoco grande e soave che ha bisogno di dilatarsi e d’infiammare tutta la terra.

Caro Sig. D. Perosi, mi perdoni se Le dico questo, ho timore anche che sia superbia, ma è una cosa ben più grande ancora che non Le so dire. Sento un grandissimo bisogno di gettarmi sul Cuore del Nostro Caro Signore Crocifisso e di morire amandolo e piangendo di carità; e mi pare che Nostro Signore deve essere molto adirato con me perché gli dico sempre che sono tutto suo, e poi non lo sono mai. Sento che farei un gran male se non incominciassi subito, e quindi intendo e voglio incominciare in questo momento, mentre scrivo questa parola, ad essere tutto di Gesù Crocifisso ed a consumarmi tutto di carità.

Ciò che Le diceva l’altro jeri era di potere abbracciare tutte le anime e salvarle tutte, tutte. E intanto incominciare a piantare collegi papalini cioè tutti di Gesù Cristo e salvare e salvare. Sento che ho bisogno di correre per tutta la terra e per tutti i mari e mi pare che la carità immensa del Nostro Signore Gesù darà vita a tutte le terre e a tutti i mari, e tutti chiameranno Gesù Cristo. All’ombra di ogni campanile sorgerà una scuola cattolica, all’ombra di ogni Croce un ospedale: i monti faranno passo alla carità grande di Gesù Nostro Signore, e tutto sarà instaurato e purificato da Gesù. Incominciare nei più grandi centri dello Stato Pontificio: impossessarmi della gioventù, e formarla e stamparla e fonderla ai piedi del S. Tabernacolo: fra 20 anni al più, ci sarà un altro blebescito che darà al Vicario di N. Signore quella libertà che gli compete di diritto divino e che è tanto necessaria a salvare i popoli. Sento che non Le ho ancora detto niente di ciò che sento.

Ho pure un gran bisogno di avere un confessore che mi capisca, e vorrei che avesse il cuore grande grande come S. Francesco d’Assisi o come S. Vincenzo dé Paoli, e mi pare che sarebbe ancora poco.














 V115P143


Ma forse è superbia questa, e Lei me lo dica, e preghi per me. Ora scriva pure a quel buon Vescovo di cui mi ha detto, e, se lo credesse bene, gli mandi pure anche questa mia ed aggiunga tutto ciò che stimerà bene dirgli nel Signore. Egli, se non altro, pregherà per me e per i poveri figli della Divina Provvidenza.

Mi scusi e mi benedica.

Suo servitore in Gesù Crocifisso


D. Orione di Tortona, li 4 Aprile 97