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[Da stampa]


Piccolo Cottolengo Genovese

Via Bartolomeo Bosco 2 B

Genova

Tel. 55 - 253

Genova Dicembre 1932 A. XI.


Un Nuovo Edificio per i Pove


Charitas Christi urget nos!” È questo il grido che attrae tante anime attorno al “Piccolo Cottolengo Genovese”, la Istituzione che, nel Nome Santo di Dio, apre le sue porte a molti poveri senza pane e senza tetto, né bada alla loro età o sesso, né alla loro religione o paese, ma solo chiede se hanno un dolore. Il “Cottolengo Genovese”, sorto dalla fede, non si preoccupa dei fondi necessari al mantenimento di centinaia e centinaia di indigenti, ma va avanti affidato alla Provvidenza del Padre Celeste.

Esso raccoglie i poveri più bisognosi e più abbandonati, sani e malati, che non trovano aperta nessun’altra porta, quelli che il mondo chiamerebbe i rifiuti, i rottami della società. Orbene, le cinque case del “Cottolengo Genovese” sono divenute ormai troppo piccole, e del tutto insufficienti alle molteplici richieste di ricoverandi, alle domande insistenti di tanti infelici, che costituiscono casi veramente pietosi e urgenti.

Ma la Divina Provvidenza, che tutto vede e tutto provvede, andava, fin da qualche anno, sapientemente disponendo che un generoso Benefattore e i suoi benefici Sig.ri Fratelli e Sorelle (famiglia distintissima dal cuore veramente genovese), donassero al “Piccolo Cottolengo” un vasto terreno, coltivato ad olivi, con case coloniche, e avanti, l’ampia distesa del mare, nella Grande Genova, e propriamente a Quarto dei Mille, località Castagna. Anime profondamente benefiche e cristiane - la cui evangelica modestia non vuole sappia la mano sinistra ciò che dà la destra - offersero a Don Orione da poter dare principio ai lavori di una nuova costruzione: essa, completata che sia, costituirà un grande edificio, capace di accogliere altri 500 infelici, - sarà un edificio pieno di aria e di sole, rispondente a tutte le esigenze moderne. La prima pietra fu benedetta da Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Minoretti, Arcivescovo di Genova, presenti l’On. Senatore E. Broccardi, Podestà di Genova, e le principali Autorità. Ma poteva rimanere estranea a quest’opera di tanta carità la generosa schiera dei chierici di Don Orione? No! ché ovunque c’è un’azione buona da compiere, ovunque il padre chiama, là sono compatti i figli suoi, giovani fiorenti di vita e di energie, animati da un solo scopo, da una sola volontà: servire Cristo nei poveri: dare la vita, tutta la vita per Dio e per la Chiesa, per l’Italia e per i fratelli più infelici, - ché a questo appunto si sono consacrati quelli del Piccolo Cottolengo Genovese: ai poveri e ai poveri più derelitti.








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Così, a Quarto dei Mille, Genova, vi sono i muratori in sottana: sono i Figli della Divina Provvidenza, i preti dei poveri, degli orfanelli, dei vecchi cadenti, dei malati, che, disciplinando lo spirito con la santa fatica; alternano allo studio il lavoro manuale. Beati quelli che non si saranno scandalizzati di vedere i preti con i calli sulle mani, maneggiare picchi e badili, portare calcina, mattoni, cemento, cantando. Pel trasporto del materiale, essi hanno aperto una nuova strada lunga 400 metri per 7, compiendo un raccordo con la Via Romana. E con un fervore da neofiti, danno le mine al monte di vivo sasso, e si preparano ad innalzare per i poveri del “Cottolengo Genovese” la nuova e bella casa, che sarà cementata di sacro sudore e di amore a Dio e ai più infelici dei nostri fratelli.

In questo modo, nella preghiera, nello studio e nella santa fatica, una valida schiera di 60 giovani leviti si prepara, in umiltà e spirito di sacrificio, a servire Gesù Cristo e la Patria nei poveri più abbandonati. Ma il momento è assai difficile, il materiale da costruzione costoso, onde, soltanto col generoso concorso dei buoni sarà possibile che quest’opera sublime di cristiana carità e di fratellanza giunga presto a compimento.    Eppure i miseri che aspettano e implorano, sono tenti! Però, dopo Dio, si ha piena fiducia nel cuore genovese, e la certezza che il nuovo edificio possa essere, in breve tempo, benedetto e inaugurato e stia a dimostrare quanto possa la fusione di tanti nobili sentimenti, avvalorati dalla fede e da quella carità che è vita e amore di Dio nel prossimo. Don Orione e i suoi poveri invocano, ogni giorno, la più larga, celeste ricompensa su tutti i Benefattori del “Cottolengo Genovese”. Iddio non lascerà, certo, di benedire a quanti vorranno concorrere pel nuovo edificio, e aiuteranno a dare un pane a chi ha fame, un tetto a chi non ha casa, un conforto e le divine consolazioni della fede ai fratelli più afflitti e abbandonati.


I poveri delle Casse del “Piccolo Cottolengo Genovese”

unitamente a Don Orione, inviano santi Auguri

di Capo d’Anno

e pregano ogni celeste grazia.


La pace e benedizione di Dio

sia sulla Signoria Vostra e Famiglia!