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Messina, il 27 / V – [1]910


Mio Caro Don Piana,


Ricevo la vostra lettera. - Sì, io sono disposto a darvi il permesso di assistere alla vestizione di vostra sorella, e poiché vi troverete poi in alta Italia, avrei desiderio di mettervi in un’altra delle nostre Case, dove potrete essere curato meglio, e dopo che vi sarete ristabilito bene, mi potrete aiutare in un lavoro più intenso a bene dei nostri cari ragazzi, e anche tornare a Roma. Io vorrei che questo tempo che vi rimane ve ne serviate per mettere a posto tutte le cose, sia dal lato econimia che nella disciplina, pietà e spirito di pulizia e di lavoro, senza parlarne con nessuno.

Se credete potrete disporre Mg.r Misciattelli, al Quale però mi riserbo di scriverne o parlarne io; credo che non troverò difficoltà poiché una delle ragioni per cui la Colonia non va come dovrebbe, credo provenga dalla vostra salute malandata: non è affatto colpa vostra, ma se voi non state bene, non potete con metodo, con un’azione ferma e continuativa fare il bene della Colonia. È un bene anche per voi, davanti alla Congregazione, che per un po’ di tempo vi togliate dalla Colonia di Roma.

Risponderò partitamente a quanto di particolare mi scrivete nella gradita vostra lettera. - Vi saluto e benedico di gran cuore vostro dev.mo in G. C.


Sac. Orione Luigi d.D.P.