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+ Anime e Anime!
Tortona, il 12 giugno 1925
Gentilissimo Sig.r Senatore [Schiaparelli]
Quando ebbi la sua del 6 corr. già le avevo scritto. Il dì appresso poi, essendomi
recato a Genova, incontrai, casualmente, don Bruno alla stazione Principe, proveniente
da Roma; egli andava a salutare i vecchi genitori. Ci siamo trattenuti brevemente,
e riferendogli io della lettera di lei e sollecitandolo a subito tornare a Roma per partire,
egli se ne mostrò dispostissimo. Solo che poi, nel discorrere, mi confidava che da alcuni
giorni pativa come un flusso di sangue, effetto, penso, di forte riscaldamento che si è preso
nella falciatura del fieno e per qualche altro strapazzo. È buon lavoratore. Egli non osò dire
questo suo disturbo a lei. Allora fui io a consigliarlo di trattenersi alcuni giorni in famiglia
e di riposare. È robusto, come la Signoria vostra avrà notato, ma mettersi in mare così,
con pericolo di giungere a Rodi malato, non mi pareva bene.
Ecco perché diedi poi quel telegramma a V. Signoria da Genova. Non ho potuto
scriverle prima: sono stato fuori sino a jeri, Corpus Domini.
Non ho trovato notizie qui di don Bruno, ma penso che mi capiterà a Tortona domani
o dopo. Egli mi parlò pure di sostituirgli un compagno, il che farò; domani andrò
a Villa Moffa, presso Bra, dove spero di trovare il soggetto adatto.
Venendo il don Bruno a Roma, potranno subito stabilire la partenza.
Spero anch’io venire a Roma presto, ma non posso precisare.
Con la più alta stima, Onor.le Sig.r Senatore, dev.mo servo in G. Cr.
Sac. Luigi Orione
dei figli della Div. Provv.za
P. S. Mi scrivono dal Rafat che ci fu colà sua Eccell. Rev.ma il Patriarca con i Canonici
del Patriarcato, coi Salesiani della Casa vicina e con certi sacerdoti tedeschi, e benedisse
e pose la I pietra dell’Istituto Agricolo. Pare sia stato molto contento.
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