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 +        Anime e Anime!

         Tortona, il 20 ottobre 1925


 Onor.le Sig.r Senatore [Schiaparelli]


 La grazia e la pace di N. Signore siano sempre con noi!

 Ricevo la gradita sua lettera del 17 corr., che giunse contemporaneamente

a don Adaglio; fino a jeri ero fuori, nelle Marche e a Roma, dove vidi il buon Seghetti,

e seppi della morte d’una sua sorella.

 Anche a me don Adaglio dice di stare meglio e Deo gratias. Sentiremo il parere

del medico, e poi le riferirò. Però domattina ritorno fuori, a Genova e a S.Remo,

quindi non badi se tardassi un po’ a scriverle. Nella corrispondenza rimessami oggi,

ho trovato una buona lettera di don Bruno, che m’ha fatto veramente piacere.

 Sento che gli orfani sono ora al completo, poiché P. Cirillo condusse quelli

che mancavano. Insiste che affretti a mandare il rinforzo di personale, e oggi stesso gli scriverò rassicurandolo che farò tosto. Che il Signore sia con noi!

 Appena avrò fissato i nomi dei due che dovranno partire, li comunicherò alla Sig.ria

vostra per le pratiche; già ci vo’ pensando da tempo, ora poi mi deciderò su la scelta.

 Quanto alla Convenzione per Cafarnao, mi fu fatto osservare qualche cosa.

Mi limito per oggi all’art. 2°, che per la piccola Congregazione parrebbe il più oneroso.

 Questa povera cosa, che è la nostra Congregazione, non può impegnarsi a fornire

fino all’indefinito il personale richiesto e necessario sia per l’assistenza religiosa

da prestarsi all’Ospizio dei Pellegrini, che col tempo, mi dicono, potrà prendere notevole

sviluppo, sia per l’Azienda Agraria di 500 e più ettari di terreno.

 Al presente solo potrebbe impegnarsi di provvedere: 1° Un sacerdote che attenda

e all’assistenza religiosa e alla direzione della campagna. 2° Il personale europeo tecnico

e dirigente per l’agricoltura e la meccanica (impianto idraulico, macchine agricole etc.),

e questo sarà possibilmente religioso, se no secolare, ma sempre sotto la direzione

e la responsabilità del sacerdote.

 Per i lavori più materiali e pesanti, come la coltura dei campi coi buoi, la mietitura,

trebbiature, trasporto pietre ecc., si adibirà personale indigeno, perché più resistente

al clima e meno dispendioso.

 Altra difficoltà. È regola della Congregazione dei Figli della Div. Provv.za

che i membri di essa, siano sacerdoti che semplici Religiosi, debbono, quasi fossero padri

di famiglia, pensare seriamente, in questi anni di vita così cara, e in cui le fonti della

beneficenza si sono venute in Italia quasi inaridendo, al mantenimento dei chierici e novizi;

in una parola, del personale che dovrà perpetuare l’istituzione e venire in aiuto e supplire

i primi, quando questi avranno bisogno di rinforzo, o per invalidità o vecchiaja verranno

a mancare. Sulle braccia della Congregazione verranno pure a pesare un giorno quelli

che dovranno essere ritirati dal campo del lavoro. E su questo bisognerà ripensarci.




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 Quindi la Congregazione chiederebbe come minimum che per il sacerdote

e per ognuno dei Religiosi che vanno a Cafarnao sia concesso alla Casa Madre d’Italia

quanto è necessario a mantenere un chierico o novizio. E che gli altri secolari, europei

o indigeni, vengano pagati secondo la paga comune d’Europa o di Palestina, pure avendo

riguardo la Direzione dell’Azienda di cercar in tutti i modi la massima economia.

 Dopo aver udito parecchi de miei più anziani, vedo che solo su questa base

la Congregazione dei F. d. D. Provv. potrà accettare di trattare gli altri articoli

della Convenzione proposta, e venire, come spero, facilmente ad un accordo.

 Gradisca, Onor.le Sig.r Senatore, insieme con i miei, gli ossequi pure di don Gatti

e di don Adaglio.

 Di vostra Signoria carissima dev.mo servitore in Gesù Cristo

e nella Madonna benedetta.


      Sac. Orione dei figli della Div. Provv.za

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