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[S. Severino Marche] 27 ott.bre 1925
Onor.le e caro Sig.r Senatore [Schiaparelli]
La grazia di Gesù sia sempre con noi
Appena a Tortona, vedrò qualcuno dé miei, e saprò cosa dirà il medico
di don Adaglio, e poi le risponderò su tutto.
Ho ogni migliore disposizione, ma io sono, perdoni il paragone, un po’ come un re
costituzionale.
Ciò che non voglio è che i miei abbiano a pagarsi di loro mano: questo no,
assolutamente. Dicono che in teologia si conceda la giusta compensazione. Niente, niente.
Questo, in pratica, è formare non dei religiosi, ma dei ladri, perché è difficile che poi uno,
quando fa per sé, sappia stare nel giusto limite.
Ella, Onor.le Sig.r Senatore, mi perdoni se, forse, le sarò parso più uomo
che sacerdote. Temo di quello che potrebbe venire dopo, e che, se qualcuno indebolirà
nello spirito, poi si paghi da sé e trascenda.
Intanto preghiamo! Risponderò il più presto possibile.
Ho tanti dolori in questi giorni; mi ricordi quando prega.
Suo dev.mo servitore in G. Cr. e nella Madonna.
Sac. Orione
dei figli della Div. Provv.za
¨