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+ Anime e Anime!
Genova, S. Gerolamo a Quarto dei mille,
il 31 12 [1]925
Onor.le Sig.r Senatore [Schiaparelli]
La pace del Signore sia sempre con noi!
Ricevo la sua lettera del 29 corr., e le ricambio con gli auguri più fervidi
e la preghiera a Dio di ogni consolazione e grazia pel nuovo anno. La conservi il Signore
a compiere ancora tanto e tanto bene!
Speravo anch’io rivederla a Roma, ma mi dissero che ella era partita o partiva
il dì stesso che io arrivavo. E in quei brevi giorni mi trovavo con su le braccia
il pellegrinaggio tortonese.
Don Adaglio fu in famiglia e poi a Cuneo per cura. Dopo che vide la Sig.ria vostra
ebbe varie ricadute nel suo male, da impensierire. Quando si sentiva un po’ bene,
egli voleva ben partire, ma i medici dicevano che non si poteva metterlo in viaggio
in quelle condizioni.
Da un mese l’ho trasferito in questa Casa di Quarto; per qualche settimana non stette
bene, ora va meglio, però non so neanch’io se mi convenga lasciarlo partire o fermarlo
ancora un poco. Oggi, ad es., non istà bene. A vederlo in certi giorni sembra pieno
di salute, vengono giorni che diventa come uno straccio, poveretto.
E non è tale che si lamenti facilmente, tutt’altro!
A
Roma mi mandò a chiamare anche il
Patriarca di Gerusalemme, fisandomi anche
un’ora. Ma non ho potuto vederlo, perché avevo quella sera più di 100 uomini pellegrini
da confessare; mi sono quindi scusato. Non so poi se sia ancora in Italia o no.
So che scrisse a don Adaglio lamentandosi che fra Giuseppe è a Cafarnao; ma fra Giuseppe
fu a Rafat quando c’era bisogno di lui, ed ora Rafat è sufficientemente provvisto.
Intendo provvedere Cafarnao di un sacerdote, e il più presto, e possibilmente
col don Adaglio, il quale desidera tornare in Palestina, e mi è caro che ritorni perché oramai
conosce la posizione, sa parlare arabo ed è un buon sacerdote sia per pietà
che per prudenza, buon senso e lavoro. A Gerusalemme in Patriarcato è molto stimato.
Unica difficoltà è la salute. Ma se a Cafarnao non potesse stare, vi metterò
don Gemelli che ora sta al Rafat, e terrò al Rafat don Adaglio. La Madonna ci ajuterà.
Ella mi accennava in altra sua al don Gatti; veda, Sig.r Senatore, che -
senza far torto al don Gatti - il don Adaglio farebbe praticamente meglio.
Quanto alla Convenzione non ho mai dubitato che si venga a soddisfacente
conclusione, e l’ho detto ai miei più anziani; i quali ho il piacere di dirle che sono
d’accordo tutti con me di fornire all’Associazione Naz.le dei Missionari Italiani
un personale adatto e del migliore per spirito e per lavoro e per italianità. In un’adunanza
fatta tra noi si concluse di prendere a cuore l’Associazione Nazionale, per quella parte
in cui siamo chiamati a lavorarci, come se si trattasse della stessa nostra Congregazione,
da umili gregari, ma a cuore aperto.
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Sono lieto di quanto ella mi scrive di don Bruno e degli altri che sono a Rodi:
Dio li assista e benedica! Manderò, manderò l’ajuto il più presto. Mi chiede anche
don Bruno, a nome del Governatore, quattro orfani italiani perché quegli Armeni
si italianizzino. Non ho risposto su questo: desidero conoscere il pensiero di V. Signoria.
Ella
mi parli chiaro: se non ritenesse opportuno, farò
risponderei in modo che
né il Governatore né don Bruno restino malcontenti.
A Roma ho veduto il Cappuccino P. Cirillo, e ne ho portato l’impressione
di
un santo Religioso. Egli mi ha messo su
l’avviso detto di stare attento se a Roma
mi diranno di prendere qualche sacerdote Armeno, e santamente mi ha insegnato
come devo fare per impedire etc. È stato un gran bene avermi incontrato con un uomo leale, e Deo gratias. Già un Monsignore me ne aveva parlato tempo fa.
Ho ricevuto la sua generosa carità di L 500. Dio la ricompensi, e farò pregare
i miei orfani. Gliene dirò qualcuna di più di una S. Messa.
Ora mi pare d’aver finito. Mando per espresso, perché sarei lieto che la buona parola
che la Sig.ria vostra aspetta le giungesse col 1° dell’Anno, che le auguro pieno di conforti
e benedizioni del Cielo.
Voglia gradire, con i miei, gli auguri e voti del don Adaglio, e mi abbia in N. Sig.re
e nella Madonna per suo servitore.
Sac. Orione d. Div. Provv.
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