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          Tortona li 5 giugno 1917


 Caro Signor Avvocato [Buscaglia]


Don Sterpi mi fa vedere la sua gradita lettera.

 Ci ho pensato e pregato su. Senta: se io non ho diritto a quella roba, io non la posso

vendere, fosse pure per un soldo. Se invece, come non ne ho mai dubitato, quella roba deve

venire a me, non patteggio, fosse pure per un milione, con chi me la contesta.

 Egli si ritiri, e riconosca così il mio diritto. Poi tratterò con lui o col suo avvocato,

tenendo presente, da sacerdote, tutti quegli argomenti che possono facilitare a lui l’acquisto.

 Mi pare che altra linea migliore e più retta non possa né debba tenere.

 Gradisca gentilissimo Sig. avvocato, tutta la espressione della mia antica e devota stima

 Con ossequio, suo in Xsto


         Sac. Orione

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