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+ Anime e Anime!
Tortona il 2 aprile 1925
Caro e venerato P. Serafino,
La grazia di n. Signore sia sempre con noi!
Ho ricevuta e gradita la sua lettera del 13 marzo e il ritardo a rispondere fu solo
dovuto al mio continuo peregrinare. Ringrazio v. p. e i suoi padri di quanto fanno pel
piccolo ospizio di S. Antonio e per le suore e prego di cuore Iddio di largamente
ricompensarli. Non dimenticherò mai la loro carità.
Ella mi chiede le ragioni che mi determinarono a quella disposizione data per
la messa festiva all’Ospizio. Ecco caro P. Guardiano: sono andato più colla corona
del rosario in mano che non col codice, non ho cioè inteso regolarmi col diritto,
ma ho mirato alla concordia e a qualcosa che mi parve valesse più del diritto.
Fides-spes-charitas; tria haec: maior horum autem charitas.
Per noi son tutte e tre più del jus, ma delle tre poi major autem charitas.
E allora m’è più caro un’oncia di carità che mille quintali di diritti.
Coi diritti molte volte la gente, e anche la gente purtroppo di chiesa, si è dilaniata
e ci inforchiamo: colla carità ci edificheremo in Cristo e ci santificheremo.
Ho pensato che, avessi anche dieci Bolle papali a sostegno del mio diritto,
vi rinuncerei piuttosto che infrangere l’unione in Cristo e rattiepidire la carità e l’unione
col parroco e coi sacerdoti.
Che se Mg.r Vescovo non crederà dare la binazione, quei ricoverati impossibilitati
ad uscire per ascoltare la S. Messa, è evidente che non ci sono tenuti e sarà sempre
minor male. Desidero che nelle rinuncie si vada sino al possibile e quasi all’impossibile,
sino al sacrificio, perché senza sacrificio non c’è vera virtù, ne spirito di carità.
Gesù e la Chiesa: il Papa, i Vescovi e i parroci si amano e si servono in croce,
in croce; e se n. S. G. C. e la S. Chiesa non si ameranno da me e dai miei in croce,
sento che non li ameremo e serviremo affatto. Questo ho voluto che codesta Superiora
e le suore comprendessero in quella disposizione: che piegassero la testa e il cuore
con rinnegamento di fatto, vedendo nell’arciprete non l’uomo, ma la S. Chiesa
di Gesù Cristo. E Dio volesse che, invece di menarne lamenti, questo, a bene in primis
delle anime loro, avessero capito e saputo fare.
Per me tanto amo, per la divina grazia, l’unione e la carità, lo spirito pratico
della santa carità di n. Signore che piuttosto chiuderei l’Ospizio che farne un campo
di divisione. Ella, caro e venerato P. Guardiano, voglia continuarci in Domino la sua
benevolenza e pregare qualche volta per me e per i Figli della Div. Prov.za, perché
non abbiamo mai a dimenticare le misericordie del Signore sopra di noi, ma ad anelare
di esser gli stracci della S. Chiesa di Gesù Cristo e di tutti per l’amore di Dio benedetto
e della santa Madonna.
Ogni ossequio anche agli altri Padri e buona e S. Pasqua.