V116T183 116P188
[Roma] 6 marzo 1939-XVII
+ Anime! Anime!
Caro mio Sig.r Generale
e distinta Sig.ra Thea,
La grazia di Dio e la sua pace, siano sempre con noi!
Ho ricevuto, caro Sig.r Generale, la sua gradita lettera del 28 febbrajo.
Il I marzo ho cercato di parlare per telefono per esprimerle subito oralmente la mia
piena adesione, e accettazione cordialissima su quanto ella mi ha esposto, ma in quel
momento che telefonai, tanto lei che la Sig.ra Thea erano fuori.
IL 2 marzo giunsi a Roma, e in questi giorni è stato un succedersi e di avvenimenti
e di lavoro, anche fuori Roma, per cui loro mi vorranno scusare, se ancora non ho scritto,
almeno queste brevi parole che li assicurino pienamente.
Però mi riserbo di mandare loro, a giorni, una lettera di proposito, dove la nostra
Congregazione si impegna, sia per la celebrazione in perpetuo di trecento sante Messe
annue qui nella chiesa di Ognissanti e di due funerali annui in perpetuo per le loro anime
e dei loro cari, quando il Signore li avrà chiamati da questa misera vita a vita beata.
Al Santuario poi della Guardia in Tortona, dove la Congregazione si obbliga di far
comporre in pace Christi le loro salme, entrambe vicino, e accanto alle salme dei nostri
Religiosi si celebreranno pure ogni anno, in perpetuo due ufficî funebri, dopo la loro morte,
e N. 100 sante Messe annue, in perpetuo, più due cicli di Messe Gregoriane per le anime
loro e dei loro genitori e parenti.
Di tutto questo sarà fatto obbligo scritto alla Congregazione, e ne passerò copia,
in questi stessi giorni, giunto che sia a Tortona.
Io passerò domani da Genova, e mi farò vivo; ma, nel timore di non poterci vedere,
dato il lavoro che avrò col Consolato, pel disbrigo delle pratiche d’imbarco di 14 missionarî
che vengo a prendere, e che dovrò accompagnare a Napoli Venerdì, perché partono sabato
sul «Neptunia», per questo scrivo la presente, che partirà, forse, sullo stesso treno con cui
vengo io a Genova.
E finisco ringraziandoli della loro infinita bontà, che tanto mi conforta nel Signore
e mi sorregge nelle prove del mio modesto lavoro, per la gloria di Dio e la salute delle
anime. Gesù li ricompensi in vita e in morte di tanta loro carità, come sempre lo prego
con cuore di sacerdote e gratitudine di beneficato.
Finisco, ma non vorrei finire più.
Invoco su di loro la più ampia e consolante benedizione di Dio.
In nostro Signore e nella santa Madonna, obbl.mo servitore
Don Orione
della Div. Provv.za