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Anime! Anime!
Buenos Aires, 28 novembre 1936
Caro Don Sciaccaluga,
La grazia di n. Signore e la sua pace siano sempre con noi!
Ho ricevuto la gradita tua del 17 novembre: dovrò essere molto breve, per assoluta mancanza di tempo: scusami.
I – Hai fatto benissimo come hai fatto circa il calendario.
II – Deo gratias quanto a S. Marcellino: assolutamente si tenga nascosto che i padroni siamo noi: ho le mie buone ragioni.
III – Così prego che non si faccia conoscere che la compianta Queirolo ha lasciato al Cottolengo: molto silenzio.
IV – Approvo pienamente quanto hai fatto sin qui circa le accettazioni, amministrazione etc.: approvo tutto e in tutto e per tutto quello che Don sterpi e te avete fatto e lo spirito con cui lavorate per il Cottolengo: sta, dunque, tranquillo, caro mio Don Sciaccaluga.
Attento, ora, a ciò che sto per dirti: vedi in codesta situazione di Genova con certa gente ci vuole un capro espiatorio, e tu dovrai, d’ora in avanti, far da capro espiatorio: addossarti le critiche e salvare la testa, che è Don Sterpi, magari dandoti un po’ di torto da te stesso, dicendo: tutti possiamo sbagliare, vedrò di riparare, cercherò di assorbire di più la fede, di vivere di più dello spirito della Divina Provvidenza, del Cottolengo, di Don Orione etc., e avvicinare tutte le persone che fanno la critica, trattarle con vero spirito di umiltà, con carità, dando, magari, loro un po’ ragione, pregandole di suggerirti quei miglioramenti che reputano convenienti etc., ma, di fatto, a meno che proprio non suggerissero veri e sicuri miglioramenti, non cambiar nulla del sistema tenuto sin qui. E, intanto, pian piano mettere loro sott’occhi tutti i casi più pietosi di quelle gratis di S. Caterina, di Salita Angeli, le orfanelle di Paverano, etc. Chi sparge il morbo è, sopra tutti, la D.[odero], la quale fece di tutto contro di noi e col G.le e con la Figari etc. Ed ora sconvolge la testa della povera Sigra B. Tu avvicina, quanto più potrai il Generale, la Gambaro, i Dufour, la Figari, anche con la scusa di domandare qualche favore. E, intanto, senti, e sii disposto a mandare giù amaro per amore di Dio e del Cottolengo. La D. non avendo potuto legarmi al suo carro, diventò una vera serpe velenosissima, poveretta! E non è causa ultima che il G., il Marchese Sopranis e altre distinte persone abbiano preso una posizione di aperta ostilità, che non si è placata neanche col mio esilio di oltre due anni. Che se poi si fosse saputo della eredità Ricci e Queirolo, allora si comprenderebbe di più questa tempesta che si è alzata. Vedi, però, caro D. Sciaccaluga, che altro farà il diavolo: ora non siamo che al principio: stiamo fermi nella umiltà, nella carità, nella orazione, nel mortificare, e poi non lasciarci scoraggiare: andare avanti: laetare et benefacere e lasciar cantar le passere e sibilare il serpente.
Però far quanto è possibile perché le male lingue non facciano davvero del male sia alla nostra Cong.ne che al Piccolo Cottolengo.
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Coraggio! Coraggio, mio caro Sciaccaluga: Ave Maria, e avanti!
Oh quante ne ha sofferto il Cottolengo, e dal Clero e dai secolari!
Io penso che ora la D. cerchi, in tutti i modi, di avviluppare i Sigri B., alineandoli dal Cottolengo e aggirandoli essa: è quello che dobbiamo impedire, con la preghiera e con ogni avveduto lavoro di penetrazione, con la carità e la verità.
Martedì 24 nov. ho scritto sia alla Sigra Thea che al Generale una buona lettera, quando ancora ignoravo tutto sto lavoro sotterraneo della D. Se sono ancora a Genova, tu con qualche motivo, avvicinali, fa uno sforzo, e la Madonna ti aiuterà.
Nessuno deve sapere quello che tu dai a D. Sterpi, cerca di scagionare sempre D. Sterpi, e di addossarti ogni accusa per l’amore di Dio e dei poveri. E poi avvicinali di frequente, di frequente. Io scriverò loro anche per Natale, ma senza darmene per inteso.
Il mio silenzio non ti faccia mai dubitare: è dovuto al grande lavoro: tu godi tutta la mia fiducia. Ti conforto e benedico della mia più grande benedizione; il Signore ti assista e sia sempre con te, caro, caro mio Sciaccaluga.
Ti abbraccio nel Signore con cuore di padre in Cristo. Tuo
Don Orione d. D. P.
Postille:
La lettera ai Beaud del 24/11, non sapendo se loro erano a Sanremo, la mandai dalla Superiora Suor ….
P. S. – Avverti segretamente Don Sterpi che il Nunzio parte di qui il 28 dicembre con l’Oceania: credo sbarchi a Napoli. E il nuovo Nunzio dell’Argentina Mgr Fietta parte dall’Italia il 16 dic., da Genova, col Conte Biancamano: trovatevi a salutarlo al porto o anche prima dove sapere che alloggia.
Fammi sapere se hai ricevuto quanto ti ho mandato per D. Sterpi.