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Buenos Aires 8 maggio, 1935
Calle Victoria 1280
Carissimi Sacerdoti,
................... come avrete compreso, rifugge dal dare alla Congregazione un orientamento letterario, peggio poi prevalentemente letterario.
Nessuno più di me, - e da più di 40 anni, - ha voluto fare dei professori, alcuni di voi non erano ancor nati, e già ne tenevo a Torino circa 20 a fare il liceo e qualcuno all’università: Poi ne portai un gruppo a Genova; e fu ciò che fece stupire anche P. Semeria, - che pure non era - specie a quei tempi -, di idee anguste, anzi... e particolarmente per gli studi di lettere e filosofia nelle scuole di Stato.
Sento che la congregazione deve essere una forza di santità e di virtù religiose: una forza di apostolato di fede e di carità, e di carità anche intellettuale, dottrinale, ma capite che questo è altro, e ben altro che orientare i nostri chierici, cioè le speranze e l’avvenire della Cogregazione, in senso letterario. Quindi andiamo adagio ad incanalare i chierici, e chierici non ancora ben religiosamente formati, e per età ancora vacillanti, né ancora irrobustiti di sana dottrina, per un cammino che presenta ancora troppi pericoli, e per gli studi che, più ci rifletto, e più temo che ci portino fuori della nostra strada e che ci deviino dal fine proprio e precipuo della congregazione.
La congregazione è di umili e per umili: per i piccoli e per il popolo: vuole evangelizzare i poveri, e non pensa ad aprire collegi, né a preparare personale per aprire collegi, né a gareggiare con i Gesuiti, con gli Scolopi, coi Barnabiti, coi Salesiani, ultima edizione non italiana, né coi Maristi, né coi Fratelli delle Scuole Cristiane, né con altre rispettabili comuità del genere: Altra missione ed altro vastissimo campo ci ha aperto davanti la divina Provvidenza. Noi siamo chiamati ad essere i figli della Divina Provvidenza, gli strumenti intelligenti della Divina provvidenza per quelli, per tutti quelli che, non essendo già provvisti della provvidenza umana, hanno bisogno, e più bisogno, della Provvidenza Divina. Anelo a dare ai nostri chierici una grande preparazione spirituale, una formazione veramente religiosa: una preparazione evangelica e dottrinale, e anche una preparazione scientifica seria, e che affatto non escluda la cultura letteraria e lo studio delle lingue antiche e moderne ma devo volere e voglio che tutto sia ben ponderato, che non si espongano dei semi-fanciulli ad inaridirsi e ad invanire nella fatuità di certa letteratura, che non fa bene al cuore, e forma dei leggeroni e non la personalità che deve avere il servo di Dio e del prossimo, il religioso vero che prega, che è umile, che ama il sacrificio, la povertà, e tocca le anime e le porta a sentire Cristo e a seguire Cristo.
Su cento sacerdoti letterati, o che si danno posa di essere tali, almeno ottanta sono sacerdoti incompleti, quando non sono scadenti: l’aria letteraria, in Italia, per molto tempo è stata pei sacerdoti, aria malarica, e il periodo non è del tutto tramontato. Noi abbiamo bisogno di soggetti non malarici in congregazione.
Vi saluto, vi conforto, vi animo a preparare alla Chiesa e alla Congregazione, all’Italia nostra dei figli degni, figli educati alla vita e alla sapienza cristiana: molta umiltà,
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molta pietà: tutta sana dottrina: tutto il Vangelo: tutta la Carità di Gesù C.: tutta la scienza di G. C. educate alla verità nella carità e a tutto che vivifica e fa buoni che edifica in Cristo, perché, fuori di Cristo, non si edifica!
Vi abbraccio e vi benedico tanto, ma tanto, cari figli miei, e siate da Dio sempre confortati e benedetti
Vostro in Gesù Cristo
Sac.te Luigi Orione