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Anime! Anime!

   Buenos Aires, 10 luglio 1936


Miei cari fratelli e figliuoli in Gesù Cristo,

La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!


La carità materna della S. Sede si è degnata di darci un Visitatore Apostolico nella persona del Revmo Abate Caronti, Prelato Benedettino di grande pietà e dottrina. Deo gratias! E diamone grazie anche alla Sacra Congregazione dei Religiosi.

E vedete, o miei cari, quale confortante coincidenza! – il 1° Decreto di approvazione, datoci da Sua Eccell. Revma Mons. Bandi, Vescovo di Tortona, di v. m., porta la data della festa di San Benedetto; e ond’è che questo Patriarca della vita monastica d’Occidente lo vien ricordato la dalla Piccola Opera in modo particolare ogni anno, il 21 marzo. Io poi fui, più di d’una volta, con gratitudine, a Monte Cassino, a venerarlo alla sua tomba. Or ecco che San Benedetto viene oggi a noi, nella persona d’un suo figlio Figlio distintissimo, rivestito di autorità apostolica. Un giorno San Benedetto condusse sulle vie della perfezione evangelica anche i poveri caprai che abitavano sulle montagne di Subiaco: oggi viene a noi, umili facchini della Divina Provvidenza, per nutrire le nostre anime dello spirito del Signore, e non lasciarci venir meno per via. Viene a noi, poveri figli di Adamo, nell’Abate Caronti, Visitatore Apostolico, per sollevarci dalle nostre miserie, per correggerci in Domino, ravvivarci nella vita religiosa, comfortarci confortarci a consacrare internamente noi stessi al Signor N. nostro Gesù Cristo crocifisso, e alla S. Chiesa, a servigio dei piccoli e dei poveri, nell’apostolato della carità: perché viviamo senz’altro desiderio che del discepolato dolcissimo e gloriosissimo di Cristo e del suo Vicario in terra. Oh ben venga il mandato del Signore e della Apostolica Sede! e E ci insegni le sante norme che ci comformino conformino alla vita del Maestro: ci prenda per mano: ci adduca sul cammino diritto, del Signore e ci ricolmi il cuore di carità!  Col divino aiuto, noi lo seguiremo allegramente, e niente ci sarà più dolce che di ascoltarlo, secondarlo, ubbidirlo e amarlo nel Signore. E lo ameremo tanto, sì e come piace al Signore, e pregheremo perché si compiano i suoi desiderî su di noi, né mai oblieremo quanto egli farà per noi, cari miei fratelli e figliuoli, e sono ben certo che Iddio lo pagherà largamente delle sue fatiche e dei suoi sacrificî pel bene della Piccola Opera. Già gli ho manifestata la mia letizia: già ho posto me e tutti voi, miei cari figli, nelle mani e della sacra Congregazione dei Religiosi e del Visitatore Apostolico: già ho assicurato che avremmo accettato e saremo sempre felicissimi di qualunque provvedimento sarà preso. Ho telegrafato fin dal 20 giugno che disponesse amplissimamente, che tutto avremmo accolto accettato in umiltà, amore e obbedienza filiale devotissima. Don Sterpi ordinerà le preghiere che si dovranno fare durante tutto il periodo di tempo che durerà la S. Visita. Io mi limito a dirvi brevemente che dobbiamo far molta orazione, star raccolti, non chiacchierare, non lasciarci trascorrere a supposizioni, e ricevere il Visitatore con la devozione come fosse il Santo Padre Pio XI e lo stesso Signore nostro Gesù Cristo. Egli viene a noi nel nome del Signore e con autorità Apostolica: egli, da oggi è il mio e vostro Superiore immediato: metto me e voi nelle sue mani: io non sono e non rimango, con grande gioia, che l’ultimo di voi, sino a che piacerà alla misericordia di nostro Signore Gesù Cristo e alla carità della Santa Sede di


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tollerarmi nella Piccola Opera della Divina Provvidenza, la quale dichiaro che non fu fondata da me, né costituita con mezzi umani, né da me conservata o cresciuta, sì bene per grazia e volontà dell’Onnipotente e Provvidentissimo Iddio e Signor nostro Gesù Cristo, malgrado ogni mia miseria e peccato. Ed è sorta per la specialissima materna protezione intercessione della Beata Vergine Maria, Immacolata Madre di Dio e nostra.

Al Revmo Visitatore Apostolico, dunque, tutti ci rivolgeremo come a Padre e Superiore Generale, con la più grande riverenza, ma anche con il più filiale amore, con la più ampia libertà e fiducia.Egli viene a noi per rendersi conto di ciascuno di noi, delle condizioni spirituali e temporali di ciascuna casa Casa, al fine di situarci e di darne poi relazione al nostro Santo Padre il Papa, per pel tramite della S. Congregazione dei Religiosi. Andiamo dunque e scriviamo a lui senza timore, con la più grande umiltà, verità e carità. Niente gli sia taciuto, e manteniamo il più rigoroso segreto, avendo di mira solo la gloria di Dio, il bene della Congregazione, e il profilo spirituale nostro e dei confratelli.

Tutti siamo tenuti di presentarci a lui, a rispondere con sincerità alle sue domande, a manifestargli quanto sappiamo circa la osservanza religiosa, lo stato disciplinare, morale, economico della delle Case.

I Superiori poi sono inoltre obbligati a fargli vedere quanto egli crederà di esaminare, locali, archivi, registri, e quanto possa facilitare il pieno adempimento del suo mandato.

La qualità di inviato della S. Sede suggerirà a Don Sterpi e ai Superiori locali il trattamento da usare al Visitatore, ma forse non vado troppo lontano dal modo di sentire di lui, se vi dico che non riterrei conveniente, per ora, che si facciano pubblicità, accademie, pranzi d’onore, musiche ecc., che, mi pare gli dispiacerebbero, se pur non lo disturberebbero, nell’adempimento del suo delicato ufficio.

Questa visita sarà, certo, feconda di grandi frutti per la nostra cara Congregazione, ma ricordo a me e a Voi che chi dà l’incremento è Dio, ond’è che dobbiamo supplicarlo dì e notte, in umiltà grande, con fervente, fiduciosa preghiera e con qualche mortificazione.

Questa visita è e la dobbiamo ritenere come una grazia straordinaria del Signore, ma noi, da parte nostra, dobbiam fare quanto è possibile perché da essa ne risulti la maggior gloria di Dio, il più grande amore alla Santa Chiesa e ogni profitto spirituale alla piccola nostra Congregazione, al che devono mirare tutte le nostre aspirazioni e sollecitudini.

Eccovi, cari miei fratelli e figliuoli, i sentimenti e le parole che il vostro antico Padre vi rivolge nel passarvi nelle mani del Visitatore Apostolico.

E supplichiamo la SS. Madre di Dio e nostra, S. Giuseppe, i Beati Apostoli Pietro e Paolo e tutti i nostri santi protettori perché intercedano sempre per noi, e ci ottengano di perseverare nei santi propositi. Il manete in vocatione di S. Paolo ci rimanga sempre impresso nell’animo; ma non dimentichiamo un momento il Vigilate et orate, che è quel gran mezzo che ci ha dato Gesù Cristo per ottenere la santa perseveranza.

Vi ringrazio di tanta carità avuta verso di me, e di quanto avete fatto pel bene della Congregazione: il Signore vi ricompensi largamente soprattutto in Paradiso.

E pregate per me, Vogliate continuarmi le vostre orazioni, come farò io per voi ogni giorno, ma specialmente nella S. Messa.  Vi benedica il Signore della più grande benedizione, e la Santa Madonna sia sempre con noi.

Vostro affmo in Gesù Cristo