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Tortona, lì 19 luglio 1938
Reverendissimo Monsignore,
Prego scusare il ritardo, - sono giunto jeri sera.
La S. V. Revma giustamente si lamenta di non aver ricevuto risposta dall’On.le Boggiano di Genova, Presidente della Società Ligure, alla quale sono appoggiati alcuni beni della nostra Congregazione.
Ma è occorso uno sbaglio da parte del Sig.
Bianchi; questi riteneva che il terreno di Monte del Gallo
appartenesse giuridicamente alla Società Ligure, perché venuto a
noi da un Sacerdote ligure, ora defunto, mentre, invece, detto
il terreno appartiene ad altra Società
che ha sede in Venezia.
Circa cotesta area so che è in corso uno scambio di lettere, cosa che porta a qualche ritardo.
Detto terreno ha poi una storia, e l’Eminent.mo
Card. Marchetti ne è al corrente, poiché anni fa, ha dovuto già
interessarsene.
Esso era stato acquistato da certo Sacerdote,
Don Vincenzo Minetti di Genova, il quale nell’acquisto si era
lasciato portare ad un contratto capestro, sperando
sicuro di trovare aiuti, dove poi gli
mancarono. Allora si fece prestare anche da me una forte somma,
assicurandomi che l’avrebbe tosto restituita, poiché diceva di
saper dove prenderla. Invece, di dove sperava non ebbe più nulla.
Intanto aveva già versate L.300.000, e,
in forza del contratto capestro, non pagando le rate, sarebbe venuto
a perdere e il danaro già dato e il terreno.
Allora, per salvare lui e noi, siamo intervenuti trovando persone fuori Roma che diedero oltre L.400.000, e così si poté pagare tutto. Ma le persone che diedero, benché non figurino, vogliono però essere tenute al corrente di tutto, pel timore che si svaluti maggiormente il terreno su cui ha base il loro credito.
In questi mesi essi sono un po’ in qua un po’ in là, e anche questo porta a pratiche che, malgrado la miglior buona volontà, fanno ritardare la risposta.
Quindi lo creda, caro Monsignore, non è la Congregazione Religiosa che frapponga indugi, ma un insieme di circostanze che non dipendono da noi, e che neanche si possono sempre rendere di pubblica ragione.
Mi sono particolarmente interessato della cosa, e mi fo doverosa premura assicurare la S. V. Revma risultarmi che gli incaricati di questa pratica fanno del loro meglio per affrettarla.
Mi è gradita l’occasione per inviarle ogni
mio ossequio mentre mi onoro professarmele, Revmo Monsignore, dev.mo
servitore
servo in Gesù Cristo.