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Tortona, lì 21 agosto 1939-XVII
Non riletta
Ai cari chierici: Carlo Cotani e Antonio Rebecchi.
La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!
Ho ricevuto la gradita vostra del 15 c. festa dell’Assunta, e sono lieto di potervi rispondere, sia pur brevemente, al principio della dolce novena alla Madonna della Guardia. È da ieri e dai piedi della statua miracolosa di N. Signora, che troneggia lassù al Santuario, nella Cappella detta delle grazie, che vi ho sempre davanti, come se foste qui, cari chierici, che sento di amare in Cristo quali dolcissimi figli.
Queste parole vi dicano non solo che siete ricordati, ma che qui si prega e si pregherà, specie durante le novene, in modo al tutto particolare per voi, come anche per i vostri compagni di degenza e per quanti vi circondano e vi amano nel Signore e hanno cura del vostro bene spirituale e fisico.
Prego umilmente, ma con fiducia filiale e grande la Santa Madonna perché vi assista e conforti perché vi salvi dallo scoraggiamento. Lo scoraggiamento ci fa sperimentare la nostra miseria, ci fa conoscere col fatto che abbiamo bisogno di Dio, e sotto questo aspetto anche lo scoramento ha una sua ragione di bene, ma non più in là, che il farci sentire che il solo fonte della forza è Dio.
Fondiamo dunque tutta la nostra confidenza e il nostro coraggio nel nostro caro Padre celeste, nel nostro Dio grande e buono, sempre buono e sempre Padre! In noi, più che suoi servi, suoi figli, non deve entrare alcuno scoraggiamento e neppure alcuna tristezza e peggio, avvilimento. Siamo nelle mani del Signore: vogliamo amare e servire il Signore, e che si compia in noi la sua Santa volontà, sorretti e affidati alla sua Grazia.
Stando in ginocchio ai piedi di Maria SS. nostra grande Madre e consolatrice, ma anche e sempre ai piedi della santa Chiesa, Madre pure e Madre grande della nostra fede e delle anime.
Di che temeremo noi? Il Signore sta sempre vicino a quelli che lo amano, che desiderano amarlo, da sani e da malati, sempre e sempre più fedelmente, da buoni soldati di Cristo, e vogliono, con Gesù e per Gesù, vivere e faticare in amore santo di carità, di sofferenze, di consumazione di noi stessi, divina ostia, divino olocausto nella volontà di Dio, nella carità di Gesù Cristo. Questo è che piace a Gesù: si vive morendo e si fatica dolorando e immolandosi per il Papa, per la Chiesa, per la santificazione del clero, per le Anime, per la conversione dei peccatori, per la conversione degli infedeli, per la pace del mondo, per chi piange, per chi soffre delle umane ingiustizie, per tutti, per tutti: per vincere il male col bene! a gloria di Dio! Figliuoli miei il Signore vi sta vicino, è vicino a tutti che lo amano, che desiderano di amarlo. Vi sta vicino e tiene conto d’ogni vostro dolore morale e fisico, e mette ogni vostra pena nella mani Materne della Santa Madonna, la quale vi leva i difetti, le scorie delle nostre debolezze, le nostre deficienze, e poi le rioffre le vostre pene a Gesù in riparazione nostra e dei fratelli a salvezza di mille e mille e mille anime ogni giorno ad ogni ora e per quante anime soffrono ed espiano laggiù, nel secondo regno anelando a gettarsi nel Cuore del n. Signore.
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Su animo, cari figliuoli! e siate fin lieti di soffrire, voi soffrite con Gesù Crocifisso e con la Chiesa non potete fare nulla di più caro al Signore e alla SS. Vergine: siate felici di soffrire e di dare la vita nell’amore di Gesù Cristo. L’esempio di Gesù, di Maria SS. dei Santi vi animi! Beati quelli che patiscono qualche cosa, che dolorano nello spirito e nel corpo, nel nome e per l’amore di Gesù Cristo. Non ho più tempo e finisco. Finisco invocando su di voi, o carissimi, la più ampia e consolante benedizione su di voi e su tutti di codesto Sanatori; riveritemi il v. Direttore e pregate per me.
Abbraccio voi e tutti in osculo santo, nel vivo desiderio che la mano di Dio mi porti presto a voi. Saluti e conforti da tutti!
Ave Maria e avanti!
Vostro affmo
Sac. Luigi Orione della Divna Provvza