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        [Tortona, lì] 5 marzo 1940 XVIII°


Eccellenza,


è veramente una gioia per me affidare al caro Don Paolo Bidone l’incarico di portare a Vostra Eccellenza il mio saluto, pieno di devozione riconoscente e di affetto.

Dopo il mio telegramma a Vostra Eccellenza, e quando già mi credevo in gabba, ho preso del freddo e una forte bronchite che mi obbligò a letto e all’inerzia sino a qualche giorno fa.

Ora, per altro, sento che va realmente meglio: vuol dire che prenderò le cose con un po’ più di calma, e speriamo in Dio di poter fare ancora altro e buon cammino: voglio morire d’in piedi e camminando.

Ritorna dunque in Albania il nostro caro Don Paolo; ora viene per concretare qualche cosa, nel nome di Dio e d’Italia, sotto gli auspici di Vostra Eccellenza, a bene di codesta popolazione Albanese. Di qui lo seguirò col cuore, e pregherò ogni giorno Iddio di assisterlo e di benedire ai suoi passi.

Faremo un passo per volta, ma cammineremo.

Intanto cercherò di formare del buon personale, fattivo e ben preparato.

La gioventù è sempre di chi la illumina e la ama altamente: essa sarà nostra se, oltre ad educarla ad onesto vivere cristiano e civile e all’amore della Patria, le daremo in mano un’arte remunerativa che le procuri un pane onorato per la vita.

È quello che vogliamo fare e che faremo, confortati dalla benedizione di Dio e dalla Vostra guida e benevolenza.

Ogni devoto ossequio a Voi e a tutte le Autorità.

Di Vostra Eccellenza umile Servitore


        [Don Orione]