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[Bozza di stampa]
Un gruppo di 60 giovani monzesi, cattolici franchi, dalle spalle tarchiate e dai validi toraci, pronunziati da monsig. Rossi, arciprete di Monza, già discepolo del nostro vescovo, lunedì, 25 corr. di ritorno da una gita a Genova si fermarono a Tortona per ossequiare sua eccell. rev.ma e visitare la nostra città.
Li accompagnavano il P. Felice Lenarduzzi, direttore dell’oratorio festivo San Filippo di Monza, fiorente di ben cinquecento giovani, e parecchi professori.. Alla stazione erano ad attenderli il nostro direttore, don Artana del Seminario e don Orione con alcuni giovani; anche la ormai celebre fanfara rossa dell’oratorio tortonese era là a dare il benvenuto.
Fatti i primi complimenti, i giovani lombardi issarono bandiera, e formarono un ordinato corteo con la fanfara rossa alla testa, sfilando per via S. Marziano e quasi tutta via Emilia sino all’istituto di Don Orione, alternandosi la fanfara e la banda dei monzesi con suonate e marce una più viva dell’altra.
Tutta Tortona era fuori, meravigliata e lieta di tanta balda gioventù.
Il pranzo fu rallegrato da suoni, da brindisi di cordialità fraterna.
Si sparsero poscia per Tortona, furono al museo civico, guidati dall’egregio artista Giusepe Sala, visitarono il duomo, il castello e le cose più notevoli.
E verso sera, soddisfattissimi dell’accoglienza gentile, tra gli evviva a Tortona, partirono, salutati dalla fanfara rossa e dall’entusiasmo di molta cittadinanza.
Fu una viva e pubblica manifestazione di fede giovanile che lasciò il più grato ricordo, e che, sia detto francamente, ci fece del bene, poiché suscitò in parecchi giovani il desiderio di unirsi per un alto ideale di vita e virtù salde e cristiane a pro della chiesa e della patria.
Sappiamo infatti che già si sta costituendo un gruppo democratico cristiano giovanile col proposito preciso di lavorare con ardimento nella più intensa e schietta riverenza alla chiesa e al suo capo.
Sono umili lavoratori, democratici di nome e democratici di fatto, di tempra e fieri come i macigni del nostro castello: essi, lo speriamo, segneranno tra noi l’ascensione dalle officine e dai campi delle giovani energie cristiane.