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[Bozza di stampa]
Un soffio rivoluzionario è passato su Tortona nei primi due giorni di maggio, e in alcune ore ha degenerato in un movimento insurrezionale con tristi episodi di saccheggi e di devastazione.
Anche il nostro istituto di Tortona fu, per qualche momento, in balia della teppa, che sfondò una porta e invadendo il giardino si mise a lanciar sassi; vetri rotti e nessun danno alle persone.
Ma quello che è accaduto qui e altrove, altro non è che la logica conseguenza di una lunga e intensa propaganda di odio contro ogni autorità: altro non è che il frutto della cristianizzazione che va dissipando nelle nostre masse popolari tutto ciò che era patrimonio ideale e morale del passato, e vi ha fomentato irrequiete aspirazioni, basse cupidigie e odio profondo.
E domani potrà accadere di peggio, se tute le persone oneste non si uniscono per fronteggiare un tale pericolo che ci sovrasta. E fronteggiare u tale pericolo non è possibile se non si pensa seriamente a mantenere saldo il primo principio d’ordine e d’autorità, la base stessa della conservazione sociale che è la religione.
Bisogna andare al popolo e sacrificarsi e farsi ammazzare, ma rifarlo cristiano.
Non si facciano illusioni le autorità: con le baionette e con la galera a nulla approderemo, anzi sarà peggio!
Siamo tortonesi, e conosciamo uomini e tradizioni: il fuoco arde sotto la cenere, e, domani, può divampare più furibondo di jeri.
Il primo dovere lo dobbiamo fare noi preti: ed è quello di essere veri cristiani, se vogliamo rifare cristiani gli altri.
Il moto rivoluzionario dei giorni trascorsi deve servirci a farci un buon esame di coscienza.
Che abbiamo fatto noi pel popolo?
Siamo noi sempre il sale della terra e la luce del mondo?
Onoriamo noi la chiesa con pere di virtù e di sacrificio e di carità, e siamo noi servi di Gesù Cristo nei suoi poveri, nei derelitti e nelle sue membra più inferme e abbandonate?
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O non corriamo noi invece dietro al sorriso dei ricchi, malcelando il disprezzo per i poveri del Signore che furono sempre il più dolce amore e tesoro della chiesa di Gesù Cristo?
Ah domani verrà un’ondata, e con le anime spazzerà via i nostri santi altari, e noi dormiamo?
Deh! Sentiamo, o fratelli la grave responsabilità che ci sta sulla testa.
Con la mitragliatrice all’imboccatura delle strade si trattiene un popolo per qualche ora, ma non si ricostruisce la società.
Non coi ferri e col fuoco si ammansa la fiera, e il popolo è belva, quando non ha più la fede.