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[Copia dattiloscritta]
23. Se volete camminare assai nella vita della perfezione, dovete cercar sempre di fare ciò che è contro la vostra volontà, e umilmente vivere secondo l’obbedienza dei vostri superiori.
Ed è così che voi, di giorno in giorno, profitterete nello spirito; che avrete con voi un mezzo di vivere con grande purità d’intenzione e con santa libertà di spirito; che ciò che farete sarà di grande merito, unendovi mattina e sera al vostro Gesù con un bell’atto di abbandono, simile a quello ch’egli fece nel Getsemani e sulla croce: che avrete la ricompensa più bella e desiderabile, che mai si possa avere su questa terra, cioè sarete certe di fare la volontà di Dio, e di essere ferme e robuste nelle tentazioni. Le tentazioni non ci devono far timore; le potremo vincere facilmente: diffidiamo di noi, non avvilendoci, pregando: dobbiamo poi avere coraggio, e ravvivare la nostra confidenza in Dio e nella Santa Madonna.
24. Buone suore, amate il patire e desiderate di morire per la gloria di Gesù Cristo e della sua santa chiesa.
Beati quelli che patiscono insieme con Gesù Cristo e nel nome di Gesù Cristo!
“Gesù si ama e si serve in croce, e chi non lo ama e non lo serve in croce, non lo ama e non lo serve affatto”.
È così della chiesa: la chiesa, il papa, i vescovi, le anime: si amano e si servono in croce: il patire è la via del paradiso, e la croce è il trofeo della nostra vittoria, è il trono da cui si regna e si trionfa con Gesù Cristo.
25. La beata Maddalena Sofia Barat, fondatrice delle religiose del Sacro Cuore, aveva un profondo ossequio verso la Chiesa e diceva che “tutto quello che riguardava la santa chiesa le stava più a cuore di ogni privato e pubblico avvenimento, lietissima di santa gioia pei suoi trionfi, o ricolma di tristezza pei dolori di lei”.
E nel ragionar del papa, le fluivano spontanei sul labbro i termini della più tenera e profonda venerazione.
“Non parliamo dei dolori nostri”, scriveva alle suo suore.