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[Copia dattiloscritta]


A S. E. Il Primo Ministro Duce d’Italia

Roma


L’opera di carità che, a Dio mercé, con umil cuore, ma con fervido lavoro,esercito da trent'anni può forse essermi valida raccomandazione presso l’Eccellenza Vostra e valermi la Sua fiducia pel compimento di un disegno che io reputo abbia a raccogliere le unanimi approvazioni non solo di S.S. il Sommo Pontefice e della ecclesiastica gerarchia da cui dipendo, ma puranco quella di S. M. il nostro amatissimo Sovrano e di tutti quei nobili cuori che reputano obbligo sacro il sovvenire ai dolori, il rasciugare le lacrime che tanto spesso lasciano dietro se le fulgide dedizioni al dovere, gli eroismi compiuti nel nome della Patria, i supremi sacrifici accettati con romana fortezza e sublime serenità.

Io adunque, modesto fondatore dell'Opera della Divina Provvidenza, mi propongo di erigere qui dove ha sede la mia opera, in questa gloriosa Tortona ch’ebbe nome di eroina del patrio amore e di Genova sorella, un Istituto per gli orfani del mare, per gli orfani, prima d’ogni altro, di quei sublimi martiri del tempo nostro che sono i sepolti vivi dei sottomarini affondati.

Ecco tutto. Non mi presento a chiedere danaro. Solo chiedo l'approvazione e l’autorizzazione di fare.

Tra un anno, quando mercé l’autorità di un Vostro alto assenso, io avrò concretato il mio lavoro in alcun che di degno, ne renderò conto all’E.V.

Col cuore pieno di fiducia e di fervore prego Iddio che benedica l’opera vostra per la grandezza d’Italia.