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[Fotocopia di minuta dattiloscritta con correzioni di don Orione]
Minuta
Inviata per espresso
Tortona, 8 gennaio 1938
Eminenza reverendissima,
bacio con venerazione la sacra porpora.
Quando ebbi l’alto onore della visita di vostra eminenza rev.ma nella umile casa di via Sette Sale, le parlai del nuovo edificio, sorto presso la chiesa di Ognissanti, e d’un po’ di inaugurazione che si pensava farne, a scuole iniziate.
Ora scrivono che la detta cerimonia, per circostanze speciali, sarebbe pel 16 corr., alle ore 16, e che interverrebbe s.e. Federzoni, presidente del senato.
Di tale probabile intervento ho accennato allora alla eminenza vostra, e le chiesi se nulla ci sarebbe in contrario, - e vostra eminenza si degnava di dare il suo assenso.
Io
non venni più a Roma, e sarei venuto ora di presenza da v. eminenza
rev.ma, se non fossi trattenuto qui, presso l’unico
un
mio fratello di recente gravemente colpito in
questi giorni
da paralisi, rimasto
solo e
unico della famiglia e
solo.
Perdoni, quindi, eminentissimo, se devo limitarmi a scriverle e, purtroppo, in ritardo, dato il trambusto mio di questi giorni.
Vengo a rinnovarle umilmente la preghiera di volersi degnare di venire a benedire quel nuovo istituto.
L’edificio è per le scuole, e secondo le moderne esigenze.
Ho fiducia che la Divina Provvidenza, poiché è tutto essa che fa, manderà da pagarlo intermente; intanto si è dato alla ditta un buon acconto, circa due milioni.
L’istituto già raccoglie una popolazione di circa 800 giovanetti di elementari e magistrali, - tutti esterni. Abbiamo poi anche le scuole serali.
Gli insegnanti, nella quasi totalità, sono religiosi della Piccola Opera della Divina Provvidenza, tutti provvisti di titoli.
Dicono che il quartiere Appio abbia più di 200.000 mila abitanti. Scopo nostro precipuo è di concorrere, a costo di ogni possibile sacrificio, a dare ai figli del popolo di quel vasto quartiere un’educazione sinceramente cristiana, e di preparare maestri cattolici per le scuole pubbliche.
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Ma
tutto sarà vano se la benedizione di Dio non scenderà, larga e
confortatrice, a dar incremento a
quel
al nuovo istituto, che prende il
nome da S. Filippo tanto caro ai romani, e da
codesto
dal grande apostolo della gioventù romana
del sec. XVI
vuol prendere quello
suo
spirito di vita cristiana, schietta, lieta e fattiva in Domino.
Eminenza, venga a portarci la benedizione del Signore!
Le
esprimo fin d’ora tuta la profonda gratitudine mia e de’ miei
religiosi: i
quali
tutti se
ce ne sentiranno
sentiremo tanto confortati per i sacrifici sostenuti e per tutti
quelli che dovranno
dovremo sostenere.
Mentre, con lo sguardo a Gesù bambino, formulo a vostra eminenza ogni miglior augurio e voto di buon anno, umilio devotissimi ossequi, e la prego di degnarsi benedirmi.
E voglia avermi con grande venerazione,
di v. emin.za rev.ma
umile e dev.mo e obbligatissimo
servitore in Gesù C.