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[Minuta]


Eccellenza rev.ma

Il Sig Sono un povero sacerdote che v religioso e ch mi presento da me nel desiderio di poter concorrere a fare un po’ di bene, se così piacerà piacesse al Signore.

Il sig.r conte Servanzi, mentre mi trova qualche mese fa era ancora in Alta Italia mi fece dire se fossi stato pronto ad accogliere negli istituti della piccola congregazione alcuni orfani. Venuto a Roma, me ne parlò più volte ripetutamente. E Allora mi venne un pensiero mentre un giorno pregava davanti a n. Signore, di dire al conte di non togliere quegli orfani dalla loro terra, ma di fare a S. Severino un qualche cosa per essi, che fosse come la loro casa, dove avessero trovato la un’educazione cristiana prat con la pratica dei sacramenti e col buon esempio dei superiori e modo di guadagnarsi un pane onorato senza nulla perdere. E allora Fu quando il sig.r conte mi parlò di un convento che ora serve da istituto per i comunicandi, e nella da casa per gli esercizî del clero e da villeggiatura dei chierici, dove mi disse che si potrebbe anche aprire un oratorio festivo pei fanciulli di S. Severino, essendovi annesso un vasto orto sufficientemente largo grande.

Io dissi Ho espr risposto al sig.r conte Servanzi che sarei venuto a parlare a vostra eccellenza rev.ma a vedere, tuttavia mi parve dov primo dovere scrivere a vostra eccellenza perché qualora vostra eccellenza credesse in Domino che la cosa a priori non fattibile , allora non sarebbe neanche più il caso di parlarne di venire.

Che se anche la cosa l’istituto potesse farsi sempre sarebbe per dopo la guerra, poiché oggi ho più di sessanta tra sacerdoti e chierici sotto le armi, e la se le cose continuano le chiamate alle armi continuano mi troverò già forse nella dolorosa necessità di dover anzi chiudere qualche istituto già aperto per mancanza di personale.

Vostra Eccellenza non pensi di avere a fare con dei religiosi già formati, no, noi non siamo che dei poveri straccioni.

Si degni, vostra eccellenza rev.ma gradire questa santa immagine come ri che le ri in qualunque modo e le resti come ric atto di devozione quale ricordo di questa nostra relazione in charitate Christi.