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[Testo originale in Archivio Provinciale Don Orione, Buenos Aires]


[Seconda parte del testo con puntini di sospensione per mancanza di parole sulla copia del documento]


Anime e Anime!

Buenos Aires 15 luglio 1935

Pequeño Cottolengo Argentino

Calle Carlos Pellegrini 1441


 Mio Carissimo don Lorenzetti,

la grazia di Gesù Cr., Nostro Signore, e la Sua pace siano sempre con noi!

Ricevo il tuo espresso per via aerea, e dico subito di stare pienamente tranquillo, perché tu non mi hai recato nessun dispiacere solo che, avendomi tu scritto che se restavi ancora lì, tu “perdevi la fede”, e non avendomi spiegato di più, non ho capito se perdevi la fede restando nella casa di Rio o perché ti trovavi male in Brasile, e allora, - e dopo aver pregato e riflettuto in Domino - ti ho chiamato qui. E ora qui tutti sanno che devi venire, e già ti aspettavamo.

Saprai anche, - te lo avrà, certo, comunicato già Padre De Paoli, che io da sabato, 13 corr., ho preso il governo diretto delle Case del Brasile, accettando le dimissioni che Don De Paoli mi ha dato, - poiché dovendo egli attendere al forte impegno della costruzione del Santuario alla madonna di Fatima, sarebbe troppo gravato di lavoro e di responsabilità; tanto più che dovrà raccogliere i fondi necessari e pubblicare un altro Bollettino: “La Madonna di Fatima”.

Egli, dunque, rimane Superiore della Casa di Rio, ed ha l’incarico dei due Bollettini.

 Sabato ho scritto a lui in questo senso, ed ho scritto anche a S. Paolo e a Nicteroi, dando comunicazione che assumevo il diretto governo delle Case trovandomi io non più lontano; ma a pochi giorni da voi, - e potendo comunicare con voi in breve tempo. Quindi, sia a S. paolo che a Nicteroi e a Rio ho dato la destinazione dei vari sacerdoti.



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 Ho indirizzato le lettere, tutte e tre per avion, a Don De Paoli, a Don Alferano e a Putortì, anche per altri Padri, e quindi tutti qui e in Brasile sanno che tu sei stato chiamato qui e che dovevi tosto partire. Ho destinato Don Martinotti e Don Putortì nel Mato Grosso, Don Martinotti  Superiore. Ho  lasciato a S. Paolo Don Alferano e Padre Mario Ghiglione. Ho destinato Don Arlotti parroco a Nicteroi con Don Lino. E Don Rebora  a Rio con Don Angelo De Paoli, e tu qui. Quando mi hai scritto fermamente che restando sicuramente perdevi la fede - ricordando …, scrivendomi, ti eri lamentato che … avevi lavoro e che desideravi lavorare … Ministero Sacerdotale, io ho accettato qui in Argentina uno dei più importanti Santuari … c’è molto lavoro di confessione, di predicazione e di Ministeri, poiché è anche Parrocchia. …

 Mi sono compromesso con il Nunzio Apostolico e col Vescovo di quella Diocesi. Tu non sarai subito in mansione, ma spero poi che ti formi ai costumi e alla lingua da poter dare molto rendimento di bene. Con te verrebbe Don Vincenzo Errani, che era il Superiore a Montevideo, un ottimo sacerdote, più anziano di te, col quale ti troverai benissimo perché è Religioso degno. E vi manderò un santo confratello laico, per la Chiesa e cucina.

Se io avessi ricevuto la tua lettera subito non avrei scritto a tutti in Brasile che sei stato destinato qui. Comunque tu ora parli a Don Rebora  che è destinato a Rio: vedi di intenderti con lui, o l’uno o l’altro ho bisogno che veniate qui, e se viene lui, tu resti a Rio perché comprenderai che, avendo già dato la destinazione solo da due giorni poi, non è possibile, per la serietà e spirito di disciplina religiosa, di fare subito tutti i cambiamenti. Vuol dire che venendo poi io potremo parlarci e meglio combinare



[prosegue alla prima pagina sul fianco]

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La difficoltà qui della lingua non è grave, lo spagniuolo è assai più facile del portoghese. Questa lettera la leggerai a Don Rebora che spero sarà già venuto a Rio insieme con Don Putortì. Per via aerea mi direte subito chi di voi due viene, e con che piroscafo.



Ti conforto, caro Don Giovanni, e benedico di amore. - Prega per me. - Tuo in G. Cr. e Maria SS.   Don Orione



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