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[Archivio Vescovile di Tortona]


[Destinata a Mons. Igino Bandi]


[Risalente forse all’anno 1912 o 13]


Instaurare omnia in Christo

 Mio buon Padre nel Signore,

Il signor Economo mi riferisce che Vostra Eccell. Rev.ma è  inquieta molto con me, e sento da lui qualche cosa grave per cui devo venire o scrivere subito. Preferisco per ora scrivere perché sento che qualche dolorosa referenza mi




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ha fatto male, e mi ha messo addosso mio malgrado nell’anima un senso di tristezza, tanto la sento grave e strana insieme.

 Ma possibile che si sia arrivato a tanto da fare credere a Vostra Eccellenza Rev.ma che uno dei Sacerdoti di questo Istituto volesse dire due Messe nella stessa mattina in Cattedrale? Ma questo no è troppo! Ma mia Si ho chiamati tutti i Sacerdoti della Casa, ad uno ad uno, ed ho già interrogato anche i Custodi, che vengono qui a pranzo e a cena, ma tutti sono rimasti meravigliati, e hanno protestato che non è vero.

 Non so, né desidero sapere




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chi ha messo fuori questa accusa che è grave, ma supplico la carità di Vostra Eccellenza Rev.ma di andarvi a fondo perché non rimanga neanche l’ombra di essa sull’Istituto.

 Io sono già afflitto per molte cose che si riferiscono sull’Istituto le quali il più delle volte risultarono infondate o non esatte, ma sono più addolorato di questa, e pel dolore che deve aver fatto a Vostra Eccellenza Rev. ma, e anche perché è così grave e disonorevole per questa povera Casa, la




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quale ha molti stracci, ha molte cose da correggere, da togliere, da riparare, ma di queste mancanze no, per grazia di Dio.

Lo stesso Sig. Economo mi ha parlato di varie altre miserie nostre – vere o supposte – ma esse in fondo riguardano me più che la Congregazione, il mio modo di fare, e i miei peccati, e di questo verrò e spero di chiarire, e che Vostra Eccellenza non resterà mal contenta di tutto, - e per ciò che fosse no soddisfatta cercherò di riparare con tutto me stesso.

Del resto in questo santo giorno che




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mi avvicina di più a Dio – giorno di tanta stanchezza e di tanti dolori – io metto ai piedi di Vostra Eccellenza Rev.ma non solo me e i miei figli e tutta questa Casa, ma tutta l’Opera e ciò che in qualche modo ci può appartenere, pronto con la grazia di Dio a darle conto di tutto – persone e cose – e a darne conto a tutti quelli che Vostra Eccell. Rev.ma crederà di deputare, fosse anche l’ultimo dei miei ragazzi.

Certo io sono un grande e ingrato peccatore, e indegno di essere




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Sacerdote nella Santa Chiesa: peccavi in coelum et coram Te, et non sum dignus vocari filius tuus, ma con la grazia del Signore, faccio degli sforzi immensi per sorgere tutti i giorni, e arrivare alla vita eterna, servendo la S. Chiesa con fedeltà e amore di figliuolo.

Basta, verrò.

Intanto mando con la presente un po’ di libri per la premiazione dei giovinetti per la




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scuola di religione, ché se li tengo qui li sciupo o li do via.

Ne raccoglierò alcuni altri, come la vita di Cristoforo Colombo, la Fabiola ecc., - per non essere solo ascetici, e poi farà Vostra Eccellenza.


Bacio con devozione il Sacro Anello,

e Le sono in Gesù Cristo

Signore Nostro

Dem.mo Sac. Orione L.



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