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[In corsivo grigio la grafia di Don Sterpi]

 

 

[Stesso foglio della lettera precedente, ma il documento è indipendente]

 

Reve.mo e Carissimo Monsignore

Emilio Cottafavi

 La ringrazio della sua graditissima lettera del 5 corr.

Sarò felice di poterla servire. Però, dovendo oggi stesso partire pel Piemonte e restare fuori Roma per un po’ di tempo non posso far subito. Ma, appena tornato, mi occuperò con molto interessamento di quanto Ella desidera, e tosto le riferirò.

 Ricordo molto bene ancora la pratica della piccina, e la parte che vi ho preso. Conosco pure lo Stracuzzi, che ora abita a Messina, ma non deve essere ragioniere.

Il giovanissimo, supposto figlio dello Stracuzzi, anche dallo stesso Patronato, l’ho io, e proprio è a S. Prospero da circa un anno e mezzo. Egli, infatti, era prima

 

scritta da Don Orione

 

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ad Oneglia e poi fu a Venezia presso Padre Ghiglione. Dopo il Patronato lo affidò a me.

 Il ragazzo crede che lo Stracuzzi gli sia zio.

 Lo Strabuzzi coabita con una signora, dalla quale mi pare abbia figli. Se sia sua moglie non so, e ne dubito, dato che a Messina neanche una metà ha l’uso di sposarsi secondo il rito della Chiesa.

 Non credo però che disturberà la supposta figlia naturale, sempre che la piccina sia tale. Vedremo

Passo al altro

 

 

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