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[Proveniente da Archivio di Patrica, Missionari del Preziosissimo Sangue – Don Michele Colagiovanni]

 

[I puntini di sospensione indicano parti del discorso mancanti]

 

[Piccola Opera della Divina Provvidenza – Tortona]

 

Anime e Anime!

IV Dic. 1930

 

Distinti.ma Signora Maria,

La grazia di N. Sig.re Gesù Cristo sia sempre con noi e la Sua pace nelle anime nostre!

Ricevo, in questo momento, Suo gradito espresso; - e, impedito di buttarmi in treno e venire, - come tanto desidererei, - scrivo

 

 

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per espresso al Grand’Ufficiale Ing.r Angella, interessandolo di mano vivissimamente.

Io non dubito che, se Angella, come Ella, Sig.ra Maria, mi scrive, lo può, - io non dubito che non dia l’appartamento, - me lo ha promesso più volte.

Sarei già a Roma, se non mi fosse

 

 

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caduta, e imprevista, una grossa tegola sul capo, come suol dirsi. Mi spiego: dovrò pagare, tra non molto, la somma di £.220 mila, ed era cosa che non m’aspettavo, ma che poi, a voce, dirò.

Voglio far fronte a questo impegno onorevolmente, ond’è che mi sto raccomandando alla Divina Provvidenza, ma anche mi do attorno, poiché Iddio dice: aiutati, che Dio ti ajuta!

Lo creda la Sua mamma

 

 

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anch’io ci soffro di non poter venire, ma, foss’anche per brevissimi giorni, spero tornare presto.

Anche di lontano io parlo col Dottore, vengo e faccio le mie brave visite, prendo il caffè o altro da Voi, mi seggo in quel seggiolone solito, alzo lo sguardo a San Filippo, e, insomma, non solo ricordo tutta la Loro squisita bontà, ma vado e vengo in Casa Moretti come se fossi a Roma.

 

 

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Ma sopra tutto, prego pel caro Riccardo, che io amo più che un fratello, prego per la Loro Mamma e per Lei, Sig.ra Maria.

E, quando sono stanco o in pena, penso alla Loro Casa tanto ospitale, e mi vo confor-

 

 

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-tando in Domino alla speranza di presto venire. E prego, prego, - solo che comincio tante Ave Maria, tante Salve Regina, e poi la fantasia o il pensiero vanno a tante cose, a tante preoccupazioni, e

 

 

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molte ne comincio e poche ne finisco.

Ecco, Le faccio la mia confessione. Speriamo che almeno le finisca il mio Angelo Custode, e io ci credo che le finirà, - quantunque, di frequente, rissiamo un poco, ma come fanno i fanciulli, che rissano di frequente, ma poi subito sono amici.

 

 

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La prego di porgere i più devoti e grati ossequi alla Mamma, all’indimenticabile mio fratello Dott.r. Riccardo, e tante e tante sante cose a Lei, Signora Maria.

E coraggio e avanti sempre col Signore! Si che vi benedico: sono ben un povero peccatore, ma sono Sacerdote di Gesú Cristo, e Vi mando la più ampia, consolante benedizione!

E se non fosse abusare di Sua bontà La vorrei pur pregare dei miei rispetti alle persone di Casa.

 

Suo Dev.mo Servitore in Gesù Cristo

e nella Santa Madonna

Sac. Orione

d. Provv.

 

 

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