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[Minuta]

[Questo documento è trascritto in più copie. Sono separate da una linea nera e rappresentano rielaborazioni successive di una prima bozza. Non è chiaro individuare quale fosse la prima stesura e quali le successive, perciò si trascrivono in ordine di lettura]

[Alcune parole sono cancellate e risultano incomprensibili ai fini della trascrizione; parole mancanti sono indicate con i puntini di sospensione tra parentesi quadre]

[Con l’asterisco sono indicati i nomi propri di dubbia interpretazione]


Sant’Antonio fu detto di Padova perché a Padova lungamente soggiornò predicò, e a Padova volle morire riposare nel Signore, e anche perché perché ivi è custodito e tenuto in grande venerazione il suo Corpo benedetto. Ma il Santo, non in verità, non It in Italia nacque, ma a Lisbona, e ciò fu il 15 nell’agosto del 1195.

Era Lisbona a quei tempi era già città importante non però quella città che oggi è, ne ancora capitale del Portogallo, il paese che, avanti la scoperta dell’America, pare ai nostri antichi santi lontano, che lo dicevano “situato all’estremità del mondo”.

Per molto tempo non si trovarono documenti da poter precisare il giorno della nascita del Santo; ma dobbiamo esser grati al De Azevedo di Coimbra, che del santo scrisse di lui una Vita veramente meritevole d’esser conosciuta, benché alquanto difettosa dal punto di vista della critica.

[…] ormai è accertato Possiamo quindi con certezza ritenere ch’egli è nato il 15 di Agosto del 1195, festa della gloriosa Assunzione di Maria SS.

Suo padre fu Martino dei Buglioni, brillante e valoroso ufficiale dell’armata di Alfonso, Buglioni della illustre famiglia che aveva dato un re al regno latino di Gerusalemme, il celebre Goffredo di Buglione, duce eroico della I Crociata, che non volle mai prendere portare la corona reale colà dove Gesù Cristo aveva portato la corona di spine, e si fé chiamare non più che protettore del Santo Sepolcro. E madre del nostro Santo fu una “nobilissima dama”, Donna Maria Teresa Tavera, discendente da Froila, Re delle Asturie.


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Alcuni Critici recenti, specialmente il Lepitre, non sanno acquetarsi a questa genealogia, che dicono non avere fonti prove indiscusse. Non usiamo a disprezziamo la buona critica quand’essa la critica è buona e serena e non fatta a tesi obbligate e per parer saputa né a punta di spilli. […] siamo lieti di prendere atto fare nostro quanto scrisse circa i natali del Santo il cronista Rolandino e di trovarci in così pieno accordo con lo stesso Lepitre, che il quale dichiara che la testimonianza del Rolandino “non è sospetta”, cioè che i genitori di Sant’Antonio erano al certo “nobili e potenti”.

Dal resto è bello qui ricordare molto bene dice il Parini:

“Altri le altere cime lascia, o garzon che pregi.

Le superbe fortune del auro son pregi.

Chi della gloria è vago

sol di virtù sia pago”.


Del resto Per noi cristiani la questione della nobiltà, oggi come jeri che è l’epoca delle democrazie, deve essere cosa molto, ma molto secondaria; benché non dobbiamo nascondere non è da oggi che noi sentiamo che “sol da noi si guadagna e con noi s’accompagna”. Benché certo che i nobili natali mettono maggiormente in evidenza la virtù del Santo che ha saputo seppe dare un addio anche all’agiatezza d’una vita signorile, per rendersi umile fraticello e seguace perfetto della povertà di Gesù Cristo.

Molto bene dunque dice il Lepitre: “poteva ben fare a meno della nobiltà del sangue, colui che colle sue virtù e colle sue opere, doveva raggiungere fama sì gloriosa nella Chiesa”. Ciò che indubbiamente risulta dai migliori biografi di del Sant’Antonio Santo, e pur dalla lapide sepolcrale della madre sua, che venne sepolta nella chiesa di San Vincenzo di Lisbona,


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che i genitori suoi furono coniugi oltre ogni dire esemplari e virtuosissimi, distinti per fervore della loro fede come per le opere della loro carità.

Quando il santo nacque erano essi ancora giovanissimi assai, e pare egli che il bam neonato fosse il primo di tre altri figli, un figlio e due bamb figliole, ma dalle fonti nulla ci risulta di preciso.

Secondo un antico uso del Portogallo, è probabile ch’ej egli fosse battezzato nel dì ottavo dalla nascita, e i genitori vollero che si chiamasse Fernando per affetto allo zio al fratello del padre, che avea di tal nome e che era tra i più distinti Canonici della Cattedrale di Lisbona e che fu poi maestro e qual maestro! del Santo.

Il fonte battesimale ove Fernando fu rigenerato al Cielo fu venne conservato per più secoli e avuto in venerazione, e così la camera dov’egli nacque; venne trasformata in divota Cappella e poi tutta la casa in una che anzi poi tutto il palazzo fu venne trasformato in una chiesa. Prima del Nel gran terremoto del I nov. 1755, così vivacemente descritto dal nostro, il fuoco si appiccò il fuoco alla chiesa ad essa il fuoco, ma giunto all’altare del Santo, ne lasciò intatta la veste e altri oggetti che erano appartenuti a Lui, e fa che facilmente erano combustibili


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ai piedi della SS. Vergine, a cui essa lo aveva pur consacrato sin dalla nascita, e che egli osservando e la chiesa e la immac Madonna uscisse in tali slanci di trasporto e di amore innocente quasi la vedesse viva, cosicché quella divozione che ebbe poi sempre tenerissima verso la Madre del Signore si può dire cominciasse in lui colla vita e insieme con lui crescesse. […] (Divozione alla Madonna)


in quella Cattedrale si venerava pure il Corpo di S. Vincenzo Diacono, celebre martire in Valenza di Spagna. Non dubito che il piccolo Fernando non avesse particolare divozione a quell’illustre atleta di Cristo, e forse alla davanti al santo martire cominciò ad accendersi in lui la prima scintilla di quel fuoco pel martirio che poi tanto si accrebbe nel suo petto.

A grand’imprese l’anime accendono l’urne dei forti

Parve che nell’innocente fanciullo la virtù avesse prevenuta la ragione. Il Surnis* dice di lui: “Quasi dalla culla si distinse per una condotta irreprensibile.

Non Alcuni grandi storici della sua vita aggiungono che a cinque anni per amore devozione


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[La parte del documento in marrone è scritta a margine del resto del testo, non ha un punto iniziale e finale di ricongiungimento chiaro con lo scritto, quindi viene evidenziata per segnalarne l’anomalia]


S. Antonio detto da Padova, perché ivi morì a Padova lungamente soggiornò e morì, e perché vi sono è custodito e in grande venerazione le sue reliquie il suo Corpo benedetto. Ma egli S. Antonio nacque il 15 d’Agosto del 1195 a Lisbona, del regno capitale ora del Portogallo, che un paese che avanti la scoperta dell’America, e quindi ai tempi del nostro Santo, lo si diceva “situato all’estremità del mondo, tanto a noi allora pareva un paese lontano”.

Non abbiamo avevamo documenti sicuri per che precisassero il giorno della sua nascita;


ma il De Azevedo di Coimbra, storico che del Santo, scrisse del Santo una buona storia, a lui si deve dobbiamo il merito di sapere che egli è nato il 15 Agosto, giorno della gloriosa Assunzione di Maria SS.


ma comunemente si ritiene sia nato il 15 di Agosto, da Martino dei Buglioni, illustre famiglia, che diè un re al regno latino di Gerusalemme, il celebre Goffredo di Buglione, duce eroico della Iª Crociata: e da Maria Teresa Tavera “nobilissima dama”, discendente da Froila, Re delle Asturie.

Alcuni critici moderni, e specialmente il melanconico abate Lepitre, non sanno acquetarsi a questa genealogia del nostro Santo, che dicono non avere prove sufficientemente provata  molto forti. Noi Pur non disprezzando la critica però, quella sana critica che squarcia e feconda, ci limitiamo a prendere atto di quanto dei genitori del Santo ci disse trasmise il cronista Rolandino, la cui testimonianza lo stesso Lepitre dice che “non è sospettache cioè che i genitori del Santo erano “nobili e potenti”.

Del resto oggi è questione molto, ma molto secondaria che Sant’Antonio fosse nobile o no; comprendiamo che per altro per un giorno poteva valere qualche cosa, e certo


(la nobiltà, disse bene il Parini, sol da noi si guadagna, e con noi s’accompagna)


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Fu è un merito di più pel nostro Santo un merito di più l’essersi saputo staccare dalle agiatezze di una della vita per rendersi umile religio frate.

Qui dice bene il Lepitre quando ancora che “poteva ben fare a meno della nobiltà del Sangue, colui che colle sue virtù e colle sue opere, doveva raggiungere fama sì gloriosa nella Chiesa. (Parini).

La madre di Sant’Antonio fu donna istruita grande.

Ciò che risulta dai migliori e più … biografi del Santo e dalla lapide sepolcrale della madre […] di lui che venne sepolta nella chiesa di S. Vincenzo di Lisbona

è che i genitori di S. Antonio furono coniugi esemplari virtuosissimi assai distinti pel fervore della loro fede e per la loro carità.

Quando nacque Il Santo nacque che essi erano ancora giovanissimi, e pare abbia a fare fosse il primogenito.

Pare abbiano poi avuto un altro figlio e due figliuole, ma nulla si ha di preciso.

Secondo un antico uso del paese, è probabile sia stato battezzato nell’ottava dell’Assunzione del dì della nascita, e gli venne chiamato Fernandez., Fa forse in ossequio ad uno zio Paterno di tal nome, piissimo Canonico della Cattedrale di Lisbona e poi maestro del Santo.

Il fonte battesimale ove Fernando fu rigenerato al Cielo si conservò per secoli in venerazione per più secoli. E poiché il palazzo dov’egli nacque era presso rimpetto alla cattedrale dedicato appunto all’Assunzione



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[La parte del documento scritta in marrone, evidenzia una parte dello scritto a margine che presumibilmente si congiunge all’inizio ed alla fine con il capoverso precedente e successivo. Si denota infatti un “filo comune” nel discorso]


Sant’Antonio si dice da Padova perché ivi morì, ma egli è nato a Lisbona, la capitale del Portogallo, il 15 Agosto del 1195, giorno della gloriosa Assunzione di Maria, presagio della insigne devozione di Antonio.

I genitori del Santo erano “nobili e potenti”, alcuni pare agli direi che il padre discendesse dalla illustre anzi […] famiglia di Bonillon che crebbe Goffredo di Buglione, il capo della prima Crociata, ma non è molto verosimile abbiamo prove molto forti. Si sa che Il padre si chiamava Martino e la madre Maria, alcuni … la dissero Teresa Taveira una nobilissima dama, un discendente da un re delle Asturie.

La madre fu donna di distinta pietà, come oltre ai biografi del Santo, attesta l’iscrizione sepolcrale che se ne legge nella chiesa di S. Vincenzo di Lisbona.

Ma lasciamo la critica storica dov’ella sta. Stabilire la parentela del Santo è poi questione molto secondaria: disse bene il Parini: la nobiltà sol da noi si guadagna e con noi s’accompagna.

Poteva fare a meno della nobiltà del sangue colui che alle sue virtù e colle sue opere prodigiose doveva raggiungere fama si gloriosa nella Chiesa.

Il fonte battesimale ove fu rigenerato al Cielo si conservò per più secoli in venerazione.

È tradizione che la pia madre ricordandogli il giorno di sua nascita, mostrasse spesso al fanciullo la chiesa, e che egli la osservasse con vivo trasporto, quasi spuntasse già in lui quella tenerissima divozione che poi sempre ebbe vivissima verso la madre di Dio.

I suoi genitori erano ancora giovanissimi. Al battesimo gli fu imposto il nome Fernando in ossequio del piissimo zio paterno di tal nome canonico della cattedrale di Lisbona e poi suo maestro. La casa ov’egli nacque era ad ovest di una vasta chiesa dedicata alla Vergine Assunzione di Maria e venerata pure perché possedeva il Corpo di San Vincenzo diacono martire di Valenza.

Questi e tutti noi che sapranno di sicuro della genesi del Santo. Pare abbia avuto un fratello e due sorelle, ma di preciso non si sa.

Egli fu mandato alla scuola della cattedrale presso cui abitavano i suoi genitori, e venne istruito da uno zio canonico, Fernando vi fece quello che ora noi chiameremmo il ginnasio e liceo, vi studiò musica e canto e prendeva parte alla scuola di cerimonie della Catt Chiesa.

Il Surin dell’infanzia di Fernando dice: “Quasi dalla culla si distinse per una condotta irreprensibile. Non imitò i fanciulli che […] amano i divertimenti e le vanità del mondo; ma seguendo l’esempio de’ suoi virtuosi genitori visitava spesso le chiese ed apriva volentieri la mano ai poverelli.

Cosi che a lui si possono applicare le parole che Giobbe dice di sè: “Sin dalla mia infanzia la pietà è cresciuta con me”.

A Lisbona ancor oggi è viva questa tradizione. Un giorno Fernando, assorbito da violenta tentazione, mentre stava pregando in cattedrale, tracciò una croce sul marmo dei gradini


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sulla scala della cattedrale che conduceono al coro, e quella croce si impresse nel marmo come esso fosse stato di cera. Quella pietra è in grande divozione del popolo ancora oggi. Ancora oggi si mostra questa croce dorata e protetta circondata da una ringhiera.

La casa paterna del Santo venne poi trasformata in una chiesa, ma Nel celebre memorabile terremoto del I novembre 1755 descritto dal nostro si appiccò il fuoco alla chiesa ma giunto all’altare del Santo, ne lasciò intatta la veste e altre cose facilmente combustibili.

Cadde poi la chiesa, ma e dopo molte parecchie molto tempo nel levare le rovine, fu trovato un giovanetto vivo, sano ed allegro. Interrogato come avesse potuto campare vivere là sotto, rispose che “Un frate di S. Francesco gli portava da mangiare e lo teneva allegro. Il fatto fu celebre a Lisbona ed anche il Re volle vedere e udire il fanciullo miracolosamente salvato.



Udiva le prediche, tutti i giorni la messa a 5 anni voto prevato di perpetua verginità per amore alla purissima Madre di Dio, cosa meravigliosa, che dimostrava più d’allora la sua vocazione di consacrarsi al Signore.

Fu iscritto ai Chierici della Cattedrale ove si distinse sovra ogni altro nello studio e nella pietà.

Sino ai 13 anni consacrando quella parte della sua vita al servizio di Dio nella Chiesa secondo l’uso dei primari Cavalieri di quei tempi ivi ed altrove.

Anche oggi in Ispagna i figlioli dei maggiori Signori d’Aragona prestano servizio d’onore quali Chierici al celebre Santuario della Madonna del Pilar, in ossequio alla Regina degli Angeli. Così in Italia i più nobili giovanetti, come San Tommaso d’Aquino si usava affidarli ai Benedettini perché fossero educati nella pietà ed istruiti nelle lettere.


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