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[Lettera di don Orione ad Annetta Conti Meana]



Anime e Anime

Messina, 31 Genn. 911

Buona figliola del Signore,


Finora non ricevetti la lettera del Rev.do P. Giaccardi di cui V. Signoria mi parla. Io ne ho sentito parlare da più anni, egli deve essere se non erro un Filippino, e deve parecchi anni sono, aver dato degli esami a dei’ miei chierici.

La lettera di V. Signoria è veramente un po’ lunga, ma l’ho letta tutta.

Sono stato assai consolato dei Suoi filiali sentimenti di devozione alla Chiesa S. Madre Chiesa e al Suo Capo... il S. Padre.

Io non credo che si possa fare quanto V. Signoria dice nella Sua, e, anco si potesse non lo crederei conveniente né per Lei, né per chi dovrebbe venire a celebrare.

Ho saputo che il Santo Padre ha molta stima della Società delle F. D. C. di M., ma quanto non mi pare sufficiente la ragione dell’appartenervi. Bisogna tener conto di molte circostanze, che forse conosco sono nate più a me lontano che a io di Loro vicini; almeno così crederei.

Quando N. Signore verrà

Iddio conosce le ore e i momenti e quando sarà verrà l’ora di Dio!

Egli entrerà per la via regia: io lavorerò, per quanto mi sia possibile ad affrettare l’ora di Dio, oh questo sì, e a soddisfare ai desideri santi dell’anima di V. Signoria.

Lei mi domanda nella Sua che ne dico. Io le dico ciò che già Le disse quel Padre Gesuita: Adagio rubare.- preghi e operi . Lo credo anch’io che Nostro Signore appagherà del tutto i suoi più che Santi desideri, e Lei potrà ai piedi di Lui pregarlo e amarlo e adorarlo continuamente per sé e per S. Chiesa e anche un po’ per me che faccio una vita troppo dissipata.

Ecco che Le Ho risposto subito. E da Tortona hanno adempiuto al nosstro dovere verso di Lei?

E se io qui avessi bisogno di un migliaio di lire per fare un’0pera buona e di salute delle anime Lei potrebbe mandarmele? Se lo può, Dio La ricompensi.