Il pensiero carismatico di San Luigi Orione dai suoi scritti e dalle sue parole. Vocazione

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Alessandro Belano, Enchiridion orionino. Il pensiero carismatico di San Luigi Orione dai suoi scritti e dalle sue parole. Vocazione, Piccola Opera della Divina Provvidenza, Roma, 2022

Autore;Alessandro Belano
Data30-04-2024
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a cura di
Alessandro Belano

Piccola Opera della Divina Provvidenza

Prima edizione
Roma – 2022


Vocazione

 

  • Noi dobbiamo anzitutto umiliarci e ringraziare il Signore, e poi dobbiamo prontamente metterci nelle sue mani con umiltà e generosità; dobbiamo ravvivare in noi la grazia e lo spirito della nostra vocazione: dobbiamo, con il divino aiuto, fare santi propositi, che vengano dal profondo del cuore: dobbiamo, in una parola, corrispondere con fervore e fedeltà alle misericordie di Dio sopra di noi. E così unirci di più a Dio, e specialmente con l’orazione, con più profondo spirito di pietà e di disciplina religiosa prepararci, in umiltà e cuore grande e magnanimo, ai sacrifici che la Div. Provv.za e la nostra Congregazione richiedessero da noi (Scr. 1,167).

 

  • L’orazione mantiene la vocazione: chi lascia l’orazione, lascia la vocazione religiosa, che, dopo il Santo battesimo, è, forse, il dono più grande che Dio può fare ad un’anima (Scr. 2,121).

 

  • Ti metti ai piedi della nostra cara Madonna, e poi mi fai tre elenchi: tiepidi, freddi e dubbi nella vocazione. Capisco che sarà un dolore per te come per me e per tutti, ma desidero che codesta Casa sia per chi ha vocazione e per chi corrisponde alla vocazione. Resterete quelli che resterete, pazienza! (Scr. 2,251).

 

  • Chi sa se, per le molteplici cure che avete avuto durante l’annata scolastica, non sia stato un po’ negletto questo tesoro di grazia che Dio ci ha dato? E il dono insigne della vocazione non sia stato apprezzato o conservato, custodito come meritava? Preghiamo in questi Santi Esercizi la Madonna, nostra Madre pietosa, nostra vera e celeste Fondatrice, perché ci ottenga dalla misericordia di Dio di ravvivare e, occorrendo, di risuscitare in noi la grazia della vocazione alla vita religiosa. Negli Esercizi Spirituali noi possiamo, anzi noi dobbiamo rinforzarci nella volontà di servire Dio con cuore generoso: dobbiamo riconoscere le nostre miserie e piangere di cuore i nostri peccati. E poi si deve, con la divina grazia, gettare il fondamento della nostra santificazione, cominciando con il riparare le negligenze della vita passata e ravvivare, risuscitare in noi la grazia della celeste vocazione religiosa (Scr. 3,378).

 

  • La grazia della vocazione religiosa è grande e grande deve essere la nostra corrispondenza. Mi pare che non tutti abbiano consacrato interamente al Signore sé stessi, senza limitazione né eccezione alcuna, come deve fare chi vuol essere davvero Religioso di vita, di fatto e non solo di abito e di nome. Leggi pure queste parole alla Comunità riunita, e presenti i Sacerdoti della Casa, perché tutti sappiano che cosa penso, perché tutti riflettano e, occorrendo, abbiano a mettersi di proposito a servire il Signore. Dio vuole da me e da Voi grandi cose, esige una grande corrispondenza (Scr. 3,550).

 

  • Amerei essere aiutato di più per le vocazioni: andiamo incontro al vuoto! Aiutatemi tutti di più: aiutatemi tutti di più, pregando e lavorando a cercare vocazioni (Scr. 6,160).

 

  • Quelli di vocazione non ben provata, non distaccati dal mondo e dalle abitudine secolaresche, non alieni affatto dal modo di pensare, di parlare, di vivere mondano e secolaresco, non distaccati dalle famiglie e da amicizie, da letture e da musiche che sapessero di profano o di non conveniente, (e non dico disdicevole), ma anche solo poco conveniente ad un pio e santo Religioso, codesta specie di gente non vera religiosa, non dovrà mai mandarsi né mai tollerarsi alle Sette Sale, né ora né mai più. E di queste disposizioni ringraziatene Dio, e si stia strettamente ad esse, per l’amore del Signore, della Santa Chiesa e della nostra cara Congregazione. E si dica il Te Deum non perché Don Orione è tornato dall’America, ma perché, per la divina grazia, Don Orione è tornato dall’America non americanizzato, non lasso, non ondeggiante, ma fermo, ma deciso, ma risoluto in Dio di mettere a posto sé stesso, sì e come richiede la celeste vocazione religiosa che il Signore misericordiosamente gli ha data (Scr. 8,207).

 

  • Penso in Domino che questa Visita apostolica sia una grazia speciale di Dio anche per sfaldare la gazione Piccola Opera di alcuni elementi che sono venuti meno nello spirito della vocazione e che sono come pesi al piede. La vocazione religiosa è una somma grazia ma bisogna darsi a Dio illimitatamente, osservare i santi voti e lasciarsi adoprare per mezzo dei Superiori e formare un cuor solo e un’anima sola (Scr. 19,101).

 

  • Una grande parte della nostra carità esercitiamola nel coltivare le vocazioni. Preghiamo Dio che ci mandi delle buone vocazioni e che susciti dei santi Samueli per il Santuario. Con la pietà si curino le vocazioni, con la preghiera, con il buon esempio, con i santi Sacramenti, con la illibatezza della nostra vita, con l’istituzione di pie Congregazioni, con la devozione tenera alla Madonna SS.ma. Ma si dovrà da noi andare con molto tatto, con molta delicatezza con molta prudenza anche nel parlare; dobbiamo prima rinnovare e trasformare nella carità il cuore dei nostri giovani, rinnovarli e trasformarli in Gesù Cristo, e dobbiamo della carità di Gesù ardere noi se vogliamo poi che ardano essi; tutto di ravviverà se porteremo ardente nelle mani e alta e ben alta nel cuore la lampada della carità di Gesù Cristo (Scr. 20,78).

 

  • Conforta i chierici e cura le vocazioni dei giovani. Se la Congregazione non cura con ogni impegno e carità i chierici e non innaffia con ogni sudore le pianticelle delle vocazioni, che la mano del Celeste agricoltore avrà seminato nel nostro campo, la Congregazione stessa sarà presto esposta a morire di anemia Ammaestra anche i chierici a coltivare le vocazioni, senza simpatie però, senza sentimentalismi, senza toccare mai i ragazzi né con carezze, né usando preferenze mai. Io non ti chiederò denaro, ma vocazioni sì! Le Case che non dessero mai vocazioni, sarei dolorosamente obbligato a squalificarle, cioè a non considerarle più quali Case della Congregazione. E come si potrebbe chiedermi personale, se non mi si dà nessun aiuto? Cacciatori come dobbiamo essere di anime, lo dobbiamo essere per conseguenza e tanto più di vocazioni. Di’ ai tuoi chierici la consolazione che hai provato alla Casa Madre, nel vederti come in un giardino di vocazioni. Vedi io parto ora da Roma, ma mi porto a Tortona tre vocazioni, e vado felice! Quando potrò venire a Rodi per portarmi via qualche buona vocazione? Non basta istruire i giovani, bisogna pensare notte e giorno ad avviare verso il santuario, verso la Congregazione quelli in cui scorgonsi segni di vocazione, e che sogliono essere i migliori (Scr. 23,148).

 

  • Io non rimprovero voi altri: ma mi lamento di vedere che i chierici non sono coltivati, sono trascurati, e molti perdono lo spirito e la vocazione E noi staremo tranquilli? E poi ci lamenteremo che Dio non manda vocazioni? Io ho ora mandato chierici a San Giovanni, Baldassare e il povero, (abbandonato a sé) Ladislao (che da tanti anni serve la Congregazione e non fu mai aiutato e fa ancora la I ginn.le). Ho tolto qui dalla disciplina e formazione degli studi Celi e l’ho mandato alla Colonia: ho tolto dagli studi e dalla casa di formazione qui il Bruno e l’ho mandato a Sant’Anna – Penso e dico tra di me con tristezza: saranno curati? O capiterà a questi figli di vedersi come sperduti, trascurati, dimenticati, e perderanno la vocazione? Guai a chi fa perdere le vocazioni, guai! Meglio che non fosse nato o che si buttasse in mare, come allo scandalo. Guai a chi fa perdere la vocazione! Guai a chi toglie alla Santa chiesa un sacerdote, e priva Dio di tante Messe e le anime di tanto aiuto per salvarsi! (Scr. 24,128).

 

  • Don Bosco lasciò, come parola d’ordine: «di fomentare e coltivare le vocazioni». Ed io vi dico di più, o cari miei figli: la nostra vocazione è l’amore al Papa ed è la vocazione di coltivare le vocazioni, con l’aiuto della SS.ma Vergine (Scr. 29,193).

 

  • Dobbiamo pure con tatto, ma incessantemente coltivare le celesti vocazioni che si incontrano tra i nostri allievi. La cura delle vocazioni mi sta grandemente a cuore, né più né meno come mi sta a cuore lo sviluppo e il progresso della nostra cara Congregazione. Questo è il motivo che ognora mi porta a rivolgere, oserei dire, tutti i miei pensieri e le mie sollecitudini alla ricerca e alla cura di santi vocazioni. Senza di esse la nostra cara Congregazione languirebbe, e non corrisponderebbe al fine della Divina Provvidenza nel suscitarla dal nulla. È ben consolante per me il constatare che parecchi zelanti direttori e confratelli – anche tra i miei chierici ed eremiti – si mostrano ognora disposti a secondare i miei sforzi per l’apostolato nostro delle vocazioni ecclesiastiche e religiose. Essi hanno ben capito che – in questa crisi terribile di vocazioni – (pensate che i seminari sono quasi vuoti e le Congregazioni prima fiorenti sono in parte disfatte) Dio vuole che la nostra Congregazione sia quella che preparerà e darà sacerdoti ai Vescovi, alle missioni e alle congregazioni religiose ora spopolate (Scr. 32,14).

 

  • Cari figliuoli, aiutatemi per le vocazioni, aiutatemi! Aiutatemi! Voi aiutate la Chiesa di Gesù Cristo, e farete l’opera più santa. Noi siamo gli «arditi», della Chiesa, gli «arditi della carità di Gesù Cristo». Ciascuno di noi deve essere Venator vocationum! Cacciatore di vocazioni! Apostolo, anzi apostolo di sante vocazioni! (Scr. 32,15).

 

  • Se volete darmi delle consolazioni, datemi delle vocazioni. Io non posso avere stima di quelle case che non danno mai vocazioni. Abbiamo giovani pieni di spirito e di buona volontà: basterebbe un soffio per farne dei santi. Ma facciamo dei santi e dei santificatori! Ho quasi 50 anni, ma, per la grazia di Dio mi sento ancora valido e robusto, tanto che posso lavorare benissimo senza ancora avere bisogno di segretario. Ma, se sapessi che, morendo oggi, dalla mia tomba, o dietro di me sorgerebbe una vocazione, vorrei chiedere a Dio di chiamarmi tosto a lui, basta avere un sacerdote di più e più giovane di me, a cui trasmettere la croce e il vangelo di Gesù Cristo, e un incarico: quello di andare a cercare vocazioni, nell’amore al Papa e alle anime. Cari figliuoli miei, confortamini et non dissolvantur manus vestrae: date a Gesù Cristo, al Papa e a questo vostro fratello e padre nel Signore questa consolazione: amatevi di grande e di divina carità tra di voi e ciascuno poi di voi si faccia cacciatore di anime e di vocazioni (Scr. 32,16).

 

  • La vocazione è dono di Dio; ma si mantiene solo con la preghiera e con la lotta di ogni ora: Dio ci sta vicino, e, secondo la espressione di San Paolo, «omnia possum in eo qui me confortat» Raccomandati alla Santa Madonna, e coltiva, come uno dei più grandi tesori del Signore, la celeste vocazione che Egli ti ha dato, proteggila con tutta la cura, ed evita ogni pericolo (Scr. 42,21).

 

  • Il desiderio della vita perfetta non può venire che da Dio. È una somma grazia che Dio ti fa: la vocazione religiosa è il più grande beneficio di Dio, dopo il battesimo. Per eleggere lo stato religioso non fa bisogno di chiedere consiglio, come bene insegna San Tommaso, perché il consiglio è già stato dato da Gesù Cristo: basta che Dio ti parli interiormente per la via della mente e del cuore. La vocazione religiosa è cosa evidentemente buona, che non ha bisogno né di lume né di consiglio. E la vocazione religiosa non è già di chi è perfetto; ma di chi desidera di diventarlo (Scr. 42,57).

 

  • Ho letto che la vocazione religiosa è d’una preziosità infinita, e forse il più grande benefizio di Dio, dopo il santo battesimo. Offriamoci dunque al Signore illimitatamente per le mani della Santissima Mamma Maria. Chi è chiamato al servizio di Dio, deve però prepararsi alla tentazione, e la vocazione per rassodarsi ha bisogno di avere affrontata e di vincere buone battaglie contro il demonio e contro noi stessi e l’umanità. Per vincere queste battaglie è necessario essere generoso con Gesù Cristo, e darsi a lui interamente e, specialmente per chi comincia come ora voi, mettere ogni confidenza nel Superiore, e aprire a lui con umiltà come di un bambino e con santa semplicità la nostra anima (Scr. 42,81).

 

  • Prego che tu abbia ad essere forte e non mai un debole nella vocazione, ma che, con il divino aiuto, tu abbia a perseverare in quella vita di buon religioso alla quale Dio ti ha misericordiosamente chiamato e ti sei dato, né abbia mai ad essere un figlio disertore. Oh no, figlio mio, mai! È somma grazia che Dio ci ha fatto traendoci fuori da tanti inganni e pericoli del mondo. La vocazione religiosa, ha scritto Sant’Alfonso, è il più grande benefizio di Dio dopo il santo battesimo. Tu vorrai ricordare la terribile condanna di Gesù su quelli i quali, avendo posto mano all’aratro, respiciunt retro. Prega, figliuol mio, e persevererai! Chi lascia l’orazione, lascia la vocazione, ma chi prega vince la tentazione (Scr. 42,118).

 

  • Ciò che ti vuol distogliere dal seguire la vocazione, non può esser altro che una tentazione del demonio, e tu sarai un debole, e tu ti presti? Tutte le difficoltà, tutti i riflessi secondari, sono macchine del nemico, che vuole deviarti e perderti, poiché se c’è cosa che il diavolo odia, questa è: la vocazione religiosa. Non si può riuscire se non con il patrocinio di Maria SS.ma con il pregarla la Madonna benedetta, aprendo sempre e in tutto il tuo cuore al Superiore, e coltivando positivamente la vocazione vivendo umile e fervente e combattendo da voloroso (Scr. 43,176).

 

  • Abbiamo bisogno che la Piccola Opera si metta a posto, e dobbiamo cominciare da noi, da me specialmente, ed io, con l’aiuto di Dio, lo farò. Voi pregate per me, come farò io per voi, che possiamo tutti corrispondere degnamente alla grazia insigne della nostra vocazione Dobbiamo vivere conforme alla nostra vocazione religiosa, a qualunque costo, o miei figli. E chi non si sentisse di essere vero religioso e figlio della Divina Provvidenza mi faccia la carità di ritirarsi, ma non devi gli altri, non brighi, non intrighi e non impedisca il cammino degli altri per non gravarsi l’anima (Scr. 52,124).

 

  • Per riuscire buoni sacerdoti è necessaria la vocazione e la corrispondenza alla vocazione. Che è la vocazione? In via ordinaria è un movimento interiore, mediante il quale Dio chiama alcuno al sacerdozio «non vos me elegistis, sed ego». Rimettersi ai superiori. Segni di vocazione – bonitas excellens (Scr. 55,11).

 

  • Cari miei fratelli, io quest’anno ho intenzione di fare almeno 100 mila lire di debito per le vocazioni povere, e poi andrò anche a vendere la mia pelle sul mercato; ma sono sicuro che Dio non mi abbandonerà, e anche voi, lo so, lo conosco il vostro cuore, conosco a prova la vostra pietà, voi mi manderete delle buone vocazioni e poi anche mi aiuterete, e Dio sarà con voi! Cerco vocazioni di ogni genere: vocazioni per il Sacerdozio: vocazioni per frati, vocazioni per Monache, per tutto: basta salvare anime! Vocazioni di giovanetti vocazioni di adulti (Scr. 56,133).

 

  • Le vocazioni di poveri fanciulli al Sacerdozio sono, dopo l’amore al Papa e alla Chiesa, il più caro ideale, il più sacro amore della mia vita. Condotto dalla Provvidenza, è per essi che ho aperto la prima umile Casa di San Bernardino in Tortona: per quelli cioè che il Vescovo non aveva potuto accettare in Seminario. E Dio ha dato incremento: quanti buoni Sacerdoti sono usciti! Per le vocazioni dei fanciulli poveri ho camminato tanto: ho salito tante scale, ho battuto a tante porte! Dio, che mi portava avanti come un suo straccio, Dio solo lo sa. Per essi ho sofferto la fame, la sete, le umiliazioni più dolorose; erano i biscottini di Dio: per essi mi sono coperto di ingenti debiti: ho sudato, ho gelato, ho scongiurato gli uomini e Dio, e solo per la Divina Bontà non ho fatto mai fallimento: per essi, per i fanciulli poveri di santa vocazione, io vivo, pronto ad incontrare altri debiti, sicuro che la Divina Provvidenza me li pagherà; e avrò come grande grazia se Gesù vorrà concedermi di andare per essi mendicando il pane fino all’ultimo della mia vita. Pel carattere poi, che è proprio di questa nascente Congregazione, vado anche in questua di vocazioni tardive, di vocazioni, voglio dire, di adulti, sia per il Sacerdozio che per fratelli laici o Coadiutori, dei quali abbiamo grande bisogno, tanto in Italia che all’Estero, nelle Missioni. E ricevo anche uomini fatti, purché liberi; contadini, artigiani, anche fossero vedovi, purché di buona salute e di buona volontà (Scr. 56,135).

 

  • La vocazione alla religione è il più gran benefizio di Dio, dopo il Santo Battesimo. Non bisogna quindi resistere alla chiamata di Dio, ma seguirla senza indugio. Ma ritornando al compito nostro riguardo alle vocazioni, lavoriamo ad aiutarle e quasi come se la loro riuscita dipendesse in gran parte da noi, perché, praticamente, è così. L’amore alla nostra Congregazione ci deve spronare non solo a donarle tutte le nostre migliori energie, ma anche a sforzarci continuamente ad accrescere il numero dei suoi membri, con una intensa ricerca e cultura di vocazioni, per metterla in condizione di attuare meglio e in una sfera più vasta la gloria di Dio, la difesa della fede nel popolo e nella educazione della gioventù più povera e abbandonata. Perciò dobbiamo lavorare alacremente e senza interruzione a fare seguaci a Gesù Cristo alla Chiesa, alla Congregazione onde perpetuare i nostri Istituti e moltiplicare il bene. Il gemito della Congregazione: da mihi liberos alioquin morior – sarebbe il giorno della sua morte: di questi istituti non resterebbe che un freddo ricordo. Sulla necessità di coltivar le vocazioni sento di doverne tanto parlare e insistere fino a diventare seccante ed eccessivo (Scr. 56,151).

 

  • Dobbiamo procurare perché il germe della vocazione cresca e maturi in ambiente propizio e circondarlo delle più sollecite cure. La Messe dei campi viene a maturità per l’unione delle fatiche dell’uomo e delle benedizioni del cielo, e così le vocazioni non si sviluppano senza l’opera nostra. Quindi dobbiamo lavorare in esse come se la riuscita dipendesse da noi. La vocazione è una grazia, un dono di Dio; ma non si conserva che con la cooperazione nostra: di chi la riceve e di chi la deve coltivare. La vocazione è divina, ma noi, se liberamente non la accettiamo e coltiviamo la perdiamo. Ogni chiamata a vita religiosa e all’apostolato ha la sua naturale e feconda sorgente nel cuore di Dio. Grave è dunque il nostro compito e la nostra responsabilità (Scr. 56,154).

 

  • Segreto per avere molte vocazioni: Amore alla bella virtù, orrore al vizio opposto; Esemplare condotta; Trattare con carità somma gli allievi, insistendo sulla frequente Comunione; Escludere i pigri e i golosi; Vegliare se vi ha garanzia sulla castità. E per quelli che andranno Missionari, studiare e coltivare le vocazioni indigene: i figli di quelle terre. Vedete che se non la vocazione, lo sviluppo però di essa, la formazione di essa dipende molto da noi: ne avremo quante vorremo con la nostra buona condotta e carità. Or come va che alcune Case non danno vocazioni? Ah io ho la dolorosa spina nel cuore, ho la persuasione che non pochi di noi lascino perdere ogni anno più di una vocazione! Se tutti fossimo animati dal Sacro fuoco della carità per le anime e per la Santa Chiesa di Gesù Cristo, sapremmo trovare nel cuor nostro tali e tante industrie da superare ogni difficoltà. Se io specialmente avessi pregato e lavorato di più, la Congregazione si allieterebbe e fiorirebbe oggi di maggior numero di vocazioni. Noi poi nelle scuole ci dimentichiamo troppo che dobbiamo coltivare le scienze umane specialmente per aver modo d’insegnar la scienza divina che forma i credenti e soprattutto, suscita, con l’aiuto di Dio, numerose e fervide vocazioni nell’immenso campo giovanile che Dio, ci ha aperto avanti a coltivare (Scr. 56,156).

 

  • Coltivare le vocazioni è uno dei punti essenziali della nostra vita. Non siamo neghittosi e indifferenti, altrimenti i germi o le pianticelle che Dio avrà seminate nel campo appena spuntate moriranno. Ci accontentiamo d’essere Direttori di Case, Maestri, Professori, se volete diligenti e anche instancabili, di null’altro preoccupati che di far studiare, studiare e poi studiare ancora, come un qualsiasi insegnante laico affinché gli alunni abbiano a riportare i più importanti risultati. Si dà nelle nostre Case la preminenza ai giochi, allo sport, al teatrino, al cinematografo, alla musica, a tutte le altre pratiche esteriori. E alla pietà? e alle vocazioni? Ah se lo studio e la pratica della religione avranno d’ora innanzi nei nostri Collegi il posto d’onore, quale terreno propizio si avrà per svolgere e far fiorire in abbondanza le vocazioni religiose! Le Case, ove la pietà ha il primato, sono semenzai di vocazioni. Le vocazioni scarseggiano o non ne fioriscono affatto, dove la pietà languisce. I nostri primi tempi, quanti sacerdoti! Certo bisogna preparare insensibilmente il terreno: aiutare e disporre le anime, il terreno. Conserviamo e accresciamo lo spirito di famiglia: è il più propizio terreno per le vocazioni (Scr. 56,157).

 

  • La Chiesa in questi tempi, va incontro ad una crisi penosissima di vocazioni. Preghiamo Dio che mandi Santi operai per la messe: molta è la messe ma pochi sono gli operai. La Chiesa ha sete di buone vocazioni e veri facchini di Dio. Oh! quante vocazioni sventuratamente si perdono per non essere coltivate! Che nessuna vada perduta per nostra negligenza! Deh! che l’occhio intelligente e spirituale dei Sacerdoti, degli amici nostri e di tutti cui giungerà questa voce non tardi a ravvisare quelle anime che Dio avesse segnate coll’aureola di una celeste vocazione (Scr. 57,38).

 

  • Se voi volete assicurare la vostra salute eterna, bisogna che cerchiate di seguire la divina vocazione, e non di abbandonarla. Dio dà speciali aiuti a chi segue la sua vocazione. Non è lo stesso vivere nello stato a cui Dio ha chiamato e il vivere nello stato eletto dal proprio genio. Se non segui la tua vocazione, dice Sant’Agostino, “curris, sed extra viam”: correrai, ma fuori strada, cioè fuori della via per cui Dio ti ha chiamata a fine di salvarti. Dio minaccia gravi castighi a chi vien meno, tradisce la sua vocazione: Vae, filii desertores! Guai a voi, o figli disertori. E la punizione comincerà fin da questa vita, in cui l’anima starà sempre inquieta (Scr. 66,5).

 

  • Spero vi sentirete in buona salute, e prego Dio per voi, o caro fratello mio, affinché tutto tutto vi diate ad amare e servire Gesù Cristo Crocefisso nella umiltà e povertà della vita religiosa a cui Dio vi ha chiamato. È una buona grazia che Dio ci fa treandoci fuori dal caos di questo mondo e mettendoci al sicuro da tanti inganni e da tante occasioni di peccato. Ho letto anzi che la vocazione religiosa è d’una preziosità infinita, e forse il più grande benefizio di Dio dopo il Battesimo. Offriamoci adunque al Signore illimitatamente per le mani della SS.ma Mamma Maria. Chi è chiamato al servizio di Dio, deve prepararsi alle tentazioni e la vocazione per rassodarsi ha bisogno di essere affrontata e di vincere buone battaglie contro il demonio e contro noi stessi e l’umanità (Scr. 78,36).

 

  • La vocazione religiosa è il più gran benefizio di Dio, dopo il santo battesimo, e la chiamata del Signore deve sempre seguirsi senza indugio, poiché nel Vangelo non troviamo mai che Gesù Cristo abbia tollerato più di un rifiuto a seguirlo, ogni qual volta Egli si degnò fare ad alcuni la grazia di chiamarli a vita perfetta. Può perdersi un’anima con il tardare un giorno solo a corrispondere alla grazia divina. In fatto di vocazione è quindi doveroso obbedire prima a Dio che agli uomini, e, in via ordinaria, bisogna ritenere gli impedimenti e i riflessi secondarii siccome macchine del demonio per rendere vana la celeste vocazioni e deviarci dalla diritta via del Signore (Scr. 82,186).

 

  • Pel carattere che è proprio di questa umile Congregazione accettiamo anche vocazioni tardive sia per il Sacerdozio che per fratelli Coadiutori. Anche i Coadiutori perché non sempre possono essere aiutati e tolti a tempo dai pericoli Ecco dunque lo scopo. Se dunque la Signoria Vostra avesse scorto in qualche buon fanciullo povero, forse dimenticato, i segni della vocazione al servizio di Dio, umilmente La prego nella Sua carità di parlarne al latore della presente e di volermelo indirizzare e indicarlo. La Piccola Opera della Divina Provvidenza farà ogni sacrificio userà ogni possibile agevolezza quanto alla retta mensile e aprirà anche un orso preparatorio per quelli che non fossero sufficientemente maturi per il Ginnasio (Scr. 93,75).

 

  • Molti giovani vengono a noi che Dio, Celeste Agricoltore, ha già gettato nei loro cuori il seme della vocazione religiosa, ed ha già forse fatta loro sentire, ed ha egli stesso con le sue grazie già sviluppato il germe della santa vocazione: cari giovani: essi sono un grande dono di Dio: bisogna aiutarli con il pregare per essi, coll’animarli ai sacramenti, cogli esempi, con la devozione alla Madonna, ecc. Per il che si danno qui alcune norme pratiche. I. La vita esemplare, pia, esatta dei Figli della Provvidenza: la carità tra di loro: le belle maniere e la dolcezza cogli alunni sono mezzi efficaci per coltivare le vocazioni allo stato religioso, perché verba movent, exempla trahunt. 2. Tutti i Superiori: Laici, Chierici e Sacerdoti, sappiano cogliere l’occasione per proporre esempi edificanti di Santi, di venerandi Sacerdoti, e specialmente di quelli che si resero celebri a giovamento del la Chiesa, del buon costume e della civile società. 3. I Direttori dei Collegi promuovano lo studio della lingua latina, ispirandone agli allievi la stima e l’amore: il latino giova ad aiutare le vocazioni. 4. Si consiglino gli alunni a non parlar della loro vocazione, se non con il loro Direttore Spirituale, e con persone pie, dotte e prudenti (Scr. 110,237).

 

  • Le vacanze sono fatali alle vocazioni, non solo pei pericoli che sempre si trovano nel mondo, ma anche per quelli che soventissimo di trovano presso gli stessi parenti. Si invitino nelle vacanze autunnali i giovani che danno qualche speranza di vocazione religiosa a fare gli Esercizi Spirituali, o insieme con i Chierici o ad un corso apposito per essi. Si allontanino inesorabilmente dalle nostre Case quei giovani e quelle persone che in qualche modo si conoscessero pericolose in materia di moralità e di religione e facessero propaganza ostile alle vocazioni religiose. Il Superiore farà di frequente una visita in ogni Casa, per dare a ciascuno comodità di parlare di vocazione. Il Direttore locale poi, alcuni giorni prima, dia avviso di questa visita ai giovani, e li animi alla confidenza con il Superiore (Scr. 110,239).

 

  • Dopo la guerra, la crisi, in fatto di vocazioni ecclesiastiche e religiose maschili, si è venuta aggravando così che, in parecchie Diocesi, il numero degli operai evangelici non è più sufficiente per la conquista delle anime, e anche nella nostra Diocesi le vocazioni vanno assai diminuendo. Che sarebbe mai dell’Italia il giorno che fosse senza sacerdoti? Rispondeva già il Beato Curato d’Ars: “la società, senza sacerdozio, sarebbe come un serraglio di belve feroci, e il mondo ripiomberebbe nella barbarie” (Scr. 115,288).

 

  • Abbiamo posto la mano all’aratro: niuno di noi si volti indietro, per amore dei parenti o del mondo; niuno vada a perdersi dietro gli affetti e della carne e del sangue; niuno vada a finire con il mondo fallace e ingannatore, ché assai male se ne troverebbe in punto di morte. Ci costerà sacrifici, ci costerà fatica, ci costerà stenti, fame, sete, e forse umiliazioni, resistere e stare fedeli, ma, anche ci costasse la vita nessuno lasci la vocazione! Dio ci aiuterà! E non solo non lasciamola la vocazione, ma viviamola la vocazione! La vocazione non la vivono certo i tiepidi, non i trascurati, non i lontani dallo spirito e dalla vita mortificata, umile, attiva della Congregazione; non la vivrebbero i divagati da idee e sentimenti secolareschi, non degni di buoni religiosi, i rilassati o quelli che rifuggono dall’osservanza delle regole, che sfuggono dallo sguardo dei superiori. Dobbiamo viverla, la vocazione, da religiosi sul serio, da religiosi che vogliano davvero santificarsi e santificare le anime, da religiosi che sanno vincersi e abnegare sé stessi, da religiosi che intendano osservare le sacre promesse e i voti con cui si sono dati e consacra ti. al Signore. Ricordiamo, in questi giorni e sempre, che la vocazione va vissuta e attuata, e che questo è dovere di coscienza; ricordiamo che faremo tanto profitto quanto avremo saputo farci violenza e vincere la nostra tiepidezza; ricordiamo che, senza forza di animo, non c’è virtù. Gesù disse: «Regnum coelorum vim patitur»: il regno dei Cieli, dunque, lo conquista solo chi sa farsi violenza, chi sa vincersi e rinnegare sé stesso, con l’aiuto di Dio e pregando. Ricordiamo ancora che, chi fa orazione, mantiene la vocazione, va avanti e si perfeziona nella virtù e arriva a farsi santo, cioè ad un grande amore di Dio; ma chi non facesse orazione fallirà e tradirà la sua vocazione miseramente (Lett. II,266–267).

 

  • Se si ciarla troppo la vocazione svanisce. La vocazione, come la purità, bisogna custodirla bene, e la portiamo in un vaso di vetro. Chi vuol parlar troppo, chi vuol tutto sapere, chi vuol tutto guardare, perde la vocazione. Riflettete un po’ su voi stesse. Siate serie, raccolte, modeste; la vostra testa non giri di qua e di là, come fanno i bachi da seta, quando escono dalle quattro dormite e vanno al bosco; avete mai visto? Se è così per alcune di voi, cambiate, cambiate, per carità, altrimenti la vocazione sfuma. Vi dico una parola cruda, ma necessaria; è il mio dovere. Il Padre celeste che si raffigura nel Vangelo ad un vignaiolo, vi ha chiamate a lavorare nella sua vigna. Bisogna dunque che rispondiate alla chiamata sua, che lavoriate per guadagnare la mercede promessa. Per questo dovete essere umili, umili, ben unite al Cuor di Gesù, per diffondere l’amor di Dio, la carità del Signore in mezzo al mondo (Par. 1,226).

 

  • Ringraziamo il Signore della santa vocazione; rispondete sempre ad essa; raccomandatevi in special modo alla Madonna, siate devotissime della Madre nostra; e la Madonna impedirà che facciamo qualche passo sbagliato nella chiamata di Dio a vita più perfetta. La chiamata di Dio ci porta molti vantaggi materiali, la chiamata di Dio ci porta molti vantaggi spirituali. Voi non risponderete alla chiamata di Dio per i vantaggi materiali, però ricordatevi che il Signore non ci ha mai abbandonati. Voi dovete pensare ai vantaggi spirituali, però potete essere tranquille che la Divina Provvidenza non vi lascerà mai mancare il necessario (Par. 2,89).

 

  • Considerate la vostra vocazione come un privilegio di Dio, e una grazia singolare; la vocazione il Signore non la dà a tutti, la chiamata a vita di perfezione è un privilegio; ringraziate sempre il Signore di questa grazia singolare, particolare, e cercate di corrispondervi. Considerate la vostra umile Congregazione quale strumento di Dio per la propagazione dell’amore di Dio; ma ricordatevi che niuno può dare ciò che non ha. Se non avete lo spirito buono, come potete diffonderlo nei paesi dove siete, nei bambini, nei malati, dove vi porta la Provvidenza? Considerate la vostra vocazione e la Congregazione: la vocazione come grazia particolare, e la Congregazione come opera suscitata da Dio per la santificazione vostra e per quella delle anime, e abbiate grande amore per l’onore della Congregazione (Par. 2,210).

 

  • Per le nostre colpe Dio ci priva di vocazioni. Troviamo il vuoto se ci voltiamo indietro. Dobbiamo essere i questuanti di vocazioni. Metà Apostoli erano cugini tra di loro. Noi dobbiamo cercare le vocazioni anche tra i parenti, ma non superficiali. Aiutare le vocazioni con il buon esempio. Se non avessimo fatto altro che mantenerli morali, onesti, e anche di far loro fare un peccato di meno, avremo già fatto molto. Dobbiamo non perdere quello che abbiamo. Dobbiamo detestare ciò che sa di finzione. Don Bosco diceva che i tre quarti degli uomini hanno vocazione. Il mio paese fu per 80 anni senza vocazioni. Possibile che non vi siano state vocazioni? Dobbiamo essere questuanti di cuore generoso (Par. 3,33).

 

  • Non basta avere vocazione, ma bisogna viverla, bisogna renderla fervorosa, ardente, farla crescere, ravvivarla, aumentarla, come fa il floricultore con le tenere pianticelle. Per mantenerla dobbiamo pregare. Chi lascia l’orazione lascia la vocazione e chi lascia la vocazione si danna. Nostro Signore dice nel santo Evangelo: Nemo mittens manum ad aratrum et respiciens retro actus est regno coelorum; colui che mette mano all’aratro e guarda indietro non è degno del regno dei cieli. Chi non prega, la tradisce: è un traditore della vocazione. Vae vobis, filiis disertores! minaccia Dio a chi tradisce la vocazione. La vocazione è come la perla preziosa dell’Evangelo: quindi, bisogna lasciare tutto, anche i parenti. Inimici hominis domestici eius (Par. 6,209).

 

  • Quando io ero chierico sognavo la stola, il Crocifisso, il Calice, il Sangue preziosissimo di Gesù, tramandate tutto alle nuove nostre file e a quelle future: coltivate amorosamente le vocazioni e aiutatele perché abbiano a perseverare. Esse saranno i nostri salvatori di anime; spetta a noi e a voi di aiutarle. Diamoci attorno, non pensiamo solo a noi stessi, preghiamo sempre per le vocazioni. Molte sono le vocazioni, ma molte si perdono perché sono trascurate e non sono aiutate. Ricordate bene che uno degli scopi principali della Congregazione è di aiutare le vocazioni (Par. 6,266).

 

Vedi anche: Direzione spirituale, Noviziato, Preghiera, Sacerdozio.

 

Indice delle voci

 

 

Abbandono (in Dio):

Abbattimento:

Abito (ecclesiastico): v. Talare

Accademia filosofica:

Adoratori del Santissimo Sacramento: v. Eremiti Adoratori Perpetui del Santissimo Sacramento

Adoratrici del Santissimo Sacramento: v. Sacramentine non vedenti

Adorazione eucaristica:

Adorazione perpetua: v. Adorazione Quotidiana Universale

Adorazione Quotidiana Universale:

Affabilità:

Afflizioni: v. Dolore, Prove.

Aggregati:

Alighieri Dante:

Allegria: v. Gioia

Allievi: v. Ex allievi

Alunni: v. Ex allievi

Ambizione:

Amicizia:

Amicizie particolari:

Ammalati: v. Malati

Amministrazione:

Amore: v. Carità

Angelo custode:

Anime:

Anime! Anime! (Motto):

Anime del purgatorio:

Anticlericalismo:

Antico Testamento: v. Bibbia

Anziani:

Apocalisse:

Apostati:

Apostolato:

Apostolato del Mare:

Apostolicità: v. Apostolato

Archivio:

Arditi della Chiesa:

Aridità di spirito:

Arte:

Asili infantili:

Astinenza:

Ateismo: v. Materialismo, Socialismo

Automobile:

Avvilimento: v. Abbattimento

Azione cattolica:

Ballo:

Banda musicale:

Bandiera:

Battesimo:

Beati: v. Santi

Bene:

Benedizione eucaristica:

Benefattori:

Beneficenza: v. Bene

Benevolenza: v. Bene

Bestemmia:

Bibbia:

Biblioteca Popolare Cattolica: v. Biblioteca

Biblioteca:

Bontà: v. Bene

Borse di Pane:

Boy scouts: v. Esploratori cattolici

Breviario: v. Liturgia delle Ore

Bugia:

Buona notte:

Buona sera: v. Buona notte

Calcio (Gioco):

Calunnie:

Canto: v. Musica

Canto gregoriano: v. Musica

Carattere:

Carcerati:

Carducci Giosuè:

Carissimi:

Carità:

Caritas Christi urget nos:

Carnevale:

Castighi:

Castità (Virtù, Voto):

Catechismo:

Cecità (spirituale):

Cento Requiem (Devozione):

Chiesa:

Chiese separate: v. Ecumenismo

Cinema:

Collera:

Colonie agricole:

Comandamenti:

Compagnia del Papa:

Compassione: v. Compatimento

Compatimento:

Comunione dei Santi:

Comunione: v. Eucaristia

Comunismo: v. Socialismo

Comunità:

Conciliazione (Stato–Chiesa): v. Concordato

Concordato (Stato–Chiesa):

Confessione (Sacramento): v. Penitenza (Sacramento)

Confidenza:

Congregazione (dei Figli della Divina Provvidenza):

Congregazione mariana:

Congresso Eucaristico Internazionale:

Contabilita:

Contemplative (Suore): v. Contemplazione

Contemplazione:

Cooperatori:

Correzione fraterna:

Corrispondenza:

Costituzioni (FDP e PSMC):

Cristianesimo:

Critica:

Croce:

Crocifisso: v. Croce

Cultura:

D’in ginocchio

Dame della Divina Provvidenza:

Dante Alighieri: v. Alighieri Dante

Debiti:

Defunti:

Democrazia:

Democrazia cristiana:

Demonio:

Denaro:

Detenuti: v. Carcerati

Devozioni:

Diabete:

Diavolo: v. Demonio

Digiuno:

Direttore spirituale: v. Direzione spirituale

Direttori: v. Superiori

Direzione spirituale:

Disabili: v. Malati

Disciplina (Virtù):

Distacco (Virtù):

Divertimenti:

Divina Commedia:

Divina Provvidenza:

Dolore: v. Sofferenza

Donna:

Ecce quam bonum:

Economia:

Ecumenismo:

Educazione:

Elemosina:

Elezioni politiche: v. Politica

Eremiti:

Eremiti Adoratori Perpetui del Santissimo Sacramento:

Esame di coscienza:

Esercizi spirituali:

Esercizio della Buona Morte:

Esorcismi:

Esploratori cattolici:

Eucaristia:

Ex allievi:

Ex alunni: v. Ex allievi

Famigli: v. Famuli

Famiglia:

Famuli:

Fanfara: v. Banda musicale

Fascismo:

Fastidi: v. Sette “effe”

Fede:

Felicità:

Femminismo: v. Donna

Figlie della Madonna della Guardia:

Figlie di Nostra Signora della Guardia: v. Figlie della Madonna della Guardia

Filosofia:

Football: v. Calcio (Gioco)

Formazione: v. Disciplina (Virtù)

Fortezza (Virtù):

Fratelli coadiutori:

Fratelli religiosi: v. Fratelli coadiutori

Fratelli separati: v. Ecumenismo

Fumo:

G. P. A. M. (Sigla):

Galateo:

Gelosia:

Generosità:

Genitori:

Giaculatorie:

Giansenismo:

Gioco:

Gioia:

Giovani: v. Sistema paterno–cristiano

Girandolone:

Giubileo:

Gola:

Grazia (di Dio):

Gregoriano (canto): v. Musica

Guerra:

Hallesismo:

I promessi sposi:

Indemoniati: v. Esorcismi

Indulgenze:

Infermi: v. Malati

Inferno:

Instaurare omnia in Christo:

Istituto Catechistico: v. Catechismo

Italica Gens:

L’Opera della Divina Provvidenza (Bollettino):

La Giovane Italia:

La Scintilla:

La Sveglia:

La Val Staffora:

Laboriosità: v. Lavoro

Lapsi (Sacerdoti):

Latino (Lingua):

Laus perennis:

Lavoro:

Lealtà:

Letizia: v. Gioia

Letteratura:

Lettere: v. Corrispondenza

Lettura a tavola:

Lettura spirituale:

Levata:

Liberalismo:

Libreria Emiliana Editrice:

Libri:

Liturgia delle Ore:

Lotteria:

Lourdes:

Madonna:

Madre: v. Genitori

Malati:

Malattie: v. Malati

Mansuetudine:

Manzoni Alessandro:

Maria (madre di Gesù): v. Madonna

Martirio:

Marxismo: v. Socialismo

Massoneria:

Mater Dei (Rivista):

Mater Dei (Titolo):

Materialismo:

Matrimonio:

Meditazione:

Messa:

Metodo paterno–cristiano: v. Sistema paterno–cristiano

Misericordia:

Missionari: v. Missioni

Missionarie Zelatrici del Sacro Cuore:

Missioni:

Missioni Italiane all’Estero:

Modernismo:

Modestia:

Monte di Pietà:

Mormorazione:

Morte:

Mortificazione:

Musica:

Natale:

Nobili decadute:

Norme: v. Costituzioni (FDP e PSMC)

Noviziato:

Nuovo Testamento: v. Bibbia

Obbedienza:

Onestà:

Opera dei Congressi:

Opera del Pane di San Giuseppe:

Operai:

Opere di misericordia:

Orario:

Oratorio:

Orazione: v. Preghiera

Ordine (Sacramento): v. Sacerdozio

Ordine (Virtù):

Orfani:

Ospitalità:

Ossessi: v. Esorcismi

Ozio:

Pace:

Padre: v. Genitori

Pane di San Giuseppe: v. Opera del Pane di San Giuseppe

Papa:

Paradiso:

Parrocchia:

Parroco: v. Parrocchia

Pasqua:

Passione (di Gesù):

Paternità: v. Sistema paterno–cristiano

Patria:

Patronato Regina Elena:

Patroni (Santi):

Patti lateranensi: v. Concordato (Stato–Chiesa)

Pazienza:

Peccato:

Pedagogia:

Pellegrinaggi:

Penitenza (Sacramento):

Penitenza (Virtù):

Pentecoste:

Perdono:

Perfezione (Virtù):

Persecuzioni:

Perseveranza:

Pettegolezzi:

Pia Unione del Transito di San Giuseppe:

Pia Unione delle Madri Cristiane:

Piccola Opera della Divina Provvidenza:

Piccole Suore Missionarie della Carità:

Piccolo Cottolengo:

Pietà:

Politica:

Politica del Pater noster:

Positivismo: v. Ateismo, Materialismo

Posta: v. Corrispondenza

Poveri:

Povertà (Virtù, Voto): v. Poveri

Pratiche di pietà:

Predicazione:

Preghiera

Presepio:

Presepio vivente: v. Presepio

Prete: v. Sacerdozio

Privazioni:

Pro Zancla:

Professione religiosa:

Propaganda:

Propositi:

Protestanti: v. Ecumenismo

Prove:

Provvidenza: v. Divina Provvidenza

Prudenza:

Pubblicità: v. Propaganda

Pulizia:

Purezza: v. Castità (Virtù, Voto)

Purgatorio: v. Anime del purgatorio

Purità: v. Castità (Virtù, Voto)

Quarantore:

Quaresima:

Quarto voto:

Questione romana:

Questua delle vocazioni:

Raccoglimento: v. Silenzio

Radio:

Razionalismo: v. Materialismo, Socialismo

Réclame: v. Propaganda

Regole: v. Costituzioni (FDP e PSMC)

Religione:

Religiosi fratelli: v. Fratelli coadiutori

Reliquie:

Rendiconto:

Ricchezza:

Ricchi: v. Ricchezza

Riflessi: v. Esercizi spirituali

Rinnegamento di sé:

Riposo:

Risaiole:

Riscossa (Giornale):

Risparmio:

Risurrezione (di Cristo): v. Pasqua

Ritiro minimo: v. Ritiro spirituale

Ritiro spirituale:

Rosario:

Rosmini Antonio:

Sacerdote: v. Sacerdozio

Sacerdozio:

Sacra Scrittura: v. Bibbia

Sacramenti:

Sacramentine non vedenti:

Sacrificio:

Sacro Cuore:

Salve Regina:

San Francesco d’Assisi:

San Francesco di Sales:

San Giovanni Bosco:

San Giuseppe:

San Giuseppe Benedetto Cottolengo:

San Luigi Gonzaga:

San Tommaso d’Aquino:

Santi:

Santissimo Sacramento: v. Adorazione eucaristica

Santità:

Santuariani:

Satana: v. Demonio

Savonarola Girolamo:

Scandalo:

Scienza:

Sconforto: v. Abbattimento

Scoraggiamento: v. Abbattimento

Scouts: v. Esploratori cattolici

Scuola:

Scuola di fuoco: v. Scuola

Segno della croce:

Sette “effe”:

Siesta:

Silenzio:

Sincerità:

Sindone:

Sistema agronomico Solari: v. Solari Stanislao (Sistema agronomico)

Sistema paterno–cristiano:

Sistema preventivo: v. Sistema paterno–cristiano

Sobrietà:

Socialismo:

Società:

Società Libraria Editrice:

Società San Vincenzo de’ Paoli:

Società sportiva Pro Zancla: v. Pro Zancla

Sofferenza:

Solari Stanislao (Sistema agronomico):

Soldi: v. Denaro

Somma Teologica: v. Summa Theologiae

Sordomuti:

Speranza (Virtù):

Spirito Santo:

Sport:

Straccio (Spiritualità dello):

Studio:

Summa Theologiae:

Suore: v. Piccole Suore Missionarie della Carità

Suore Sacramentine: v. Sacramentine non vedenti

Superiori:

Talare:

Tarsiciani:

Teatro:

Temperamento: v. Carattere

Temperanza:

Tentazioni:

Tiepidezza:

Tipografia Emiliana: v. Libreria Emiliana Editrice

Tipografia San Giuseppe:

Tirocinio:

Transito di San Giuseppe: v. Pia Unione del Transito di San Giuseppe

Tre Ave Maria (Devozione):

Tribolazioni: v. Dolore, Prove.

Tricolore: v. Bandiera

Ufficio divino: v. Liturgia delle Ore

Ufficio stampa:

Umiltà:

Unione con Dio:

Unione delle Madri Cristiane: v. Pia Unione delle Madri Cristiane

Università popolare:

Urbanità:

Vacanze:

Vangelo:

Vanità:

Vecchiaia: v. Anziani

Venerabili: v. Santi

Vergine Maria: v. Madonna

Verginità: v. Castità (Virtù, Voto)

Vescovi:

Veste (ecclesiastica): v. Talare

Vestizione religiosa:

Viaggi:

Viatico: v. Eucaristia

Vigilanza:

Visita al Santissimo Sacramento: v. Adorazione eucaristica

Vita comune: v. Comunità

Vita religiosa:

Vitto:

Vocazione:

Volontà:

Volontà di Dio:

Votazioni (canoniche):

Votazioni (politiche): v. Politica

Voti (canonici):

Zelatrici del Sacro Cuore: v. Missionarie Zelatrici del Sacro Cuore

Zelo: